Sapere dovere volere potere

Rammento la professoressa di lettere che, alla scuola media, ci aiutava nel comprendere la lingua e pazientemente snocciolava le regole della nostra complessa grammatica. Ricordo la lezione sui verbi servili o modali, detti così perché supportano un verbo d’azione principale: voglio/non voglio mangiare; so/non so imparare, ecc.

I quattro verbi: sapere, dovere, volere, potere

I quattro verbi sotto rappresentati sono stati da me collocati lungo due assi, che rappresentano in orizzontale lo stato di necessità o bisogno dell’individuo, da un livello ridotto (a sinistra) ad uno elevato (a destra). In verticale, poi, misuriamo il livello di minor (in basso) o maggior (in alto) desiderio o motivazione, che spinge le persone verso determinati comportamenti.

Ebbene, nell’angolo in basso a sinistra dello schema si colloca il nostro “sapere”. Bassa necessità associata a scarsa motivazione non spingono le persone oltre un pur adeguato livello di conoscenza e di comprensione di una situazione, di un’esigenza. Esse sono soddisfatte di essere informate, appunto, ma poco o nulla fanno per andare oltre questo stato.

Quando, invece, innalziamo il nostro desiderio pur senza smuovere la nostra necessità, ci identifichiamo nel quadrante del “volere”. Speranzosi di fare ma ancora poco attivi, in mancanza della spinta energetica che caratterizza lo stato di necessità.

Se quest’ultimo è elevato, infatti, pur in assenza di desiderio, è capace da solo di spingerci verso l’azione e l’intrapresa a costo di una grande fatica percepita a causa del dovere a cui siamo obbligati, costretti.

In definitiva, solo la combinazione di un’elevata necessità e di un grande desiderio dà forza e potere alle persone

Esse, difatti, si sentono così capaci e desiderosi di essere pienamente artefici del proprio destino.

E il senso di “potere” non è una forza gigantesca che ci aiuta a tirar fuori di noi le nostre migliori energie? Che ci fa venire la voglia di provarci? Che ci fa rialzare ogni qualvolta cadiamo di fronte ad un ostacolo?

Siamo veramente vivi solo quando agiamo: mi vien voglia di mandare in pensione Cartesio e il suo cogito ergo sum per sostituirlo con un più prosaico ma vivifico “agisci nel presente”. Dà vita perché dà forza.

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Sapere dovere volere potere: per migliorare la propria sicurezza ed efficacia, per instaurare relazioni migliori, perché comunicare bene significa sviluppare armonia attorno a noi.

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