Sclerosi multipla. Ozanimod efficace e sicuro a lungo termine

Ozanimod, nuova terapia orale, come ha dimostrato dagli studi registrativi, è in grado di prevenire l’atrofia celebrale, una delle conseguenze più nefaste della sclerosi multipla e ha dimostrato un vantaggio del 30% nel ridurre la perdita di volume celebrale rispetto all’interferone Beta 1a.

In questo modo è possibile limitare un danno d’organo irreversibile e limitare la disabilità. È quanto emerso in una conferenza stampa on line sulle principali evidenze riguardanti la terapia orale, a cui hanno partecipato alcuni dei massimi esperti italiani.

Il farmaco, un modulatore del recettore della sfingosina-1-fosfato (S1P), che si lega selettivamente ai sottotipi 1 e 5 del recettore della sfingosina-1-fosfato è indicato per il trattamento della sclerosi multipla recidivante-remittente in fase attiva, che rappresenta circa l’85 % di tutti i casi.

“La sclerosi multipla è una patologia autoimmune in cui il nostro sistema immunitario attacca la guaina mielinica che ricopre i nervi – spiega la dott.ssa Paola Cavalla, Responsabile Centro Sclerosi Multipla, S.C. Neurologia 1 D.U., Dipartimento di Neuroscienze e Salute Mentale, AOU Città della Salute e della Scienza di Torino -. In particolare, la forma recidivante-remittente, la più frequente al momento della diagnosi, si distingue per l’alternanza di fasi, della durata imprevedibile, caratterizzate dall’insorgenza di deficit neurologici improvvisi e fasi di remissione completa o parziale”.

“Si manifesta in modo eterogeneo in base anche all’entità e alla sede dell’infiammazione – continua l’esperta -. Le ricadute della malattia, legate a nuovi attacchi da parte del sistema immunitario alla mielina, determinano sia una disfunzione fisica sia una situazione di instabilità emotiva. Inoltre, a questi attacchi esterni può associarsi un’infiammazione interna al sistema nervoso centrale (definita “compartimentalizzata” e più difficile da evidenziare) che è talora associata a deficit cognitivi; questi ultimi, subdoli nell’instaurarsi e molto invalidanti, sono presenti in una percentuale significativa di persone prima che compaiano i sintomi clinici più eclatanti della malattia, a volte anche anni prima”.

“La terapia ha dimostrato un buon profilo di efficacia e sicurezza nel lungo termine – sostiene Eleonora Cocco, Professoressa Ordinaria di Neurologia presso l’Università di Cagliari e Direttrice della SC Centro Sclerosi Multipla, Ospedale Binaghi, ASL Cagliari -. Gli ultimi dati a otto anni di trattamento evidenziano come il 76% dei pazienti sia libero da progressione della disabilità e l’87% non presenti attività di progressione indipendente dalle recidive (PIRA), entrambi indicatori di progressione di malattia e di disabilità permanente nella sclerosi multipla”.

“Ozanimod, quindi, rappresenta sempre più un’opzione terapeutica importante, come dimostrano le ultime evidenze scientifiche, per ridurre sia l’infiammazione che l’atrofia cerebrale con conseguente rallentamento della progressione di malattia e miglioramento delle funzioni cognitive, dimostrando, al contempo, un buon profilo di sicurezza e tollerabilità per il paziente nel lungo termine”, conclude Cocco.

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