Emicrania. Fremanezumab dimezza gli attacchi mensili

Finalmente sul mercato un nuovo farmaco in grado di comportare una significativa riduzione, fino al dimezzamento, del numero di attacchi mensili di emicrania.

Si tratta di Fremanezumab, un anticorpo monoclonale somministrabile una volta al mese o trimestralmente con iniezione sottocutanea.

È disponibile solo per i pazienti tra 18 e 70 anni, in linea con i risultati della sperimentazione. Il farmaco non è per tutti gli emicranici, ma indicato come terapia preventiva per i pazienti che soffrono di più di cinque giorni di attacchi al mese.

“E’ la più importante risposta alla malattia degli ultimi 60 anni – ha spiegato Piero Barbanti, direttore dell’Unità per la cura e la ricerca su cefalee e dolore dell’Irccs San Raffaele Pisana di Roma – perché per l’emicrania non basta un estintore del dolore, che c’è già da 25 anni, ma serve anche un impianto antincendio, che oggi è disponibile. L’emicrania esige una soluzione preventiva che oggi possediamo. È una svolta epocale e si è imboccata anche la strada giusta per la ricerca”.

“L’emicrania è una delle malattie più diffuse al mondo e una delle più disabilitanti – ha sottolineato lo specialista – Al mondo sono più di un miliardo le persone che ci convivono ed è la seconda causa di disabilità a livello globale. Si presenta come un mix di mal di testa e mal di mare, con nausea, spossatezza e attacchi che possono durare fino a 5 giorni. È una malattia solo umana e per lo più femminile”.

Rispetto alla cefalea, che indica qualsiasi mal di testa, l’emicrania è un tipo di mal di testa caratterizzato da un dolore laterale e sintomi quali nausea, vomito, fastidio alla luce, ai rumori e agli odori.

Con oltre 1 miliardo di persone che ne soffrono nel mondo, l’emicrania è la terza patologia per prevalenza e la sesta malattia più invalidante a livello mondiale.

Secondo il più recente studio sui costi delle patologie neurologiche in Europa, l’emicrania ha un costo per l’economia di 18 miliardi di euro l’anno in termini di produttività e giornate di lavoro perse.

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