Studio Equipe: prescritti più equivalenti nei nuovi pazienti

L’equivalenza terapeutica tra generici e originator, relativamente a numerose patologie croniche, specie in ambito cardiovascolare, è ampiamente dimostrata da numerosi studi.

Lo Studio Equipe, realizzato recentemente dall’Istituto di ricerca della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie, d’accordo con Assogenerici, utilizzando il database Health Search, ha analizzato il profilo di prescrizione dei farmaci equivalenti in medicina generale relativamente ai contesti clinici di ipertensione arteriosa, malattie ischemiche cerebro/cardiovascolari e depressione.

Lo studio, presentato nell’ambito del 36° Congresso Nazionale SIMG “Progetti e Strumenti per la Medicina Generale del Futuro”, ha valutato i pattern di utilizzo (prevalenza ed incidenza d’uso) dei farmaci equivalenti in Medicina generale nel decennio 2008-2018 , quantificando anche il grado di switching, in funzione dell’indicazione terapeutica, tra farmaco equivalente e brand e tra il farmaco brand e l’equivalente per quanto concerne l’ipertensione arteriosa, le malattie ischemiche cerebro/cardiovascolari e la depressione.

L’analisi è stata realizzata sul database contenente le informazioni cliniche relative ad oltre 1 milione e mezzo di assistiti fornite da 800 medici di medicina generale, selezionati su tutto il territorio nazionale in base alla numerosità dell’area geografica di riferimento.

“Sia tra gli operatori sanitari che tra i pazienti esiste ancora una percentuale non trascurabile di popolazione che esprime una diffidenza verso gli equivalenti – ha commentato Enrique Häusermann, presidente Assogenerici. – I risultati preliminari di questa ricerca sono però incoraggianti sia sul fronte dell’avvio delle terapie direttamente con farmaci equivalenti sia su quello dell’individuazione delle aree dove tali diffidenze persistono per la scarsa maneggevolezza dei principi attivi analizzati”.

“Ed è proprio in queste aree che il MMG può giocare un ruolo determinante nell’aderenza alla terapia”ha concluso Häusermann.

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