Progetto nazionale Cefalee e farmacia di Comunità. Pubblicati i nuovi dati
Questi alcuni dati recentemente pubblicati in merito al “Progetto nazionale Cefalee e Farmacia di Comunità”. L’emicrania è considerata la seconda causa principale di disabilità in tutto il mondo e il 90% delle persone ha un episodio di mal di testa almeno una volta all’anno, rappresentando quindi una priorità rilevante per la salute pubblica.
L’indagine è stata condotta dalla Prof.ssa Paola Brusa e coinvolge, oltre alla Fofi, il Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco dell’Università di Torino, la Fondazione Italiana Cefalee e la Asl 3 di Torino.
Le principali finalità dello studio scientifico sono la valorizzazione del ruolo del farmacista e lo sviluppo di nuove competenze professionali, da ottenere attraverso la dimostrazione dei risultati che la sua attività professionale e, in particolare, il monitoraggio del corretto uso della terapia, può apportare alla tutela della salute dei pazienti affetti da cefalalgia.
“Poiché il farmacista è spesso il primo e unico punto di riferimento per le persone che lamentano mal di testa – si legge nel comunicato – abbiamo condotto un’indagine su un campione nazionale di farmacie italiane, al fine di descrivere la distribuzione di cefalea e di emicrania e di farmaci non abusabili tra le persone entrate in farmacia in cerca di automedicazione”.
“Tra le persone che cercano l’automedicazione nelle farmacie per gli attacchi di cefalea acuta – continua – il tasso di emicrania definita o probabile è alto, e una grande percentuale di questi non è correttamente diagnosticata e trattata. La farmacia può essere un prezioso osservatorio per lo studio del mal di testa e il primo passo importante per migliorare la qualità delle cure fornite a questi pazienti”.
“Grazie ai risultati di tale studio, sia dal punto di vista epidemiologico che dal punto di vista della politica di sanità pubblica, è stata presa la decisione di espandere la scala del modello a livello nazionale. Gli obiettivi del presente lavoro sono di descrivere la distribuzione di cefalee e emicranie di tipo emicranico o non emicranico e l’uso eccessivo di farmaci tra le persone che entrano nelle farmacie in cerca di automedicazione”, conclude la nota.