Gullotta: “Le parafarmacie attività in salute. Lo dice il report di Confcommercio.

“Il report di Confcommercio sulle imprese italiane ci dà un dato molto chiaro. Il numero di parafarmacie e farmacie dal 2012 al 2022 é aumentato, a dispetto di altri settori dove si sono avute quasi 100.000 chiusure.
Questo dato va a confutare totalmente le tesi di Federfarma e certi ambienti politici, che disegnano la parafarmacia come un’attività fallimentare, o che parlano del mercato del farmaco come di un mercato anelastico”.
A dirlo, con orgoglio e soddisfazione, è Davide Gullotta, presidente della Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane.

“L’associazione dei titolari di farmacia fin dal 2008 ha sempre contrastato l’idea di liberalizzazione – continua Gullotta- dicendo che aumentando i punti vendita o liberalizzando i farmaci di fascia C il mercato non avrebbe retto e che le farmacie non sarebbero sopravvissute.
Ebbene dopo quasi 15 anni i dati sconfessano palesemente questa tesi. I dati ci dicono inoltre che nonostante le difficoltà, che nonostante le tantissime limitazioni i farmacisti continuano a vedere nella parafarmacie un importante sbocco lavorativo ed opportunità professionale.
Il report e gli opendata del ministero della Salute ci dicono chiaramente che dal 2008 al 2022, al netto delle chiusure, le parafarmacie sul territorio sono aumentate di numero (cosi’ come le farmacie).
La parafarmacia quindi non è un’attività destinata a morire, non è un’attività fallimentare, ma è una realtà che dà lavoro, paga tasse allo stato e che mette sul territorio un farmacista professionista in più.

I numeri forniscono un dato ancora più eclatante se si pensa che le farmacie sono aumentate meramente a causa del concorsone del 2012, dato che l’apertura di una farmacia non è libera.
Mentre l’aumento del numero di parafarmacie arriva da una richiesta di mercato e dalla buona volontà, l’iniziativa imprenditoriale e professionale di tanti colleghi farmacisti, che credono nel proprio lavoro e vogliono esercitare la propria professione in modo libero.

I farmacisti di parafarmacia , non chiedono di essere salvati, non chiedono l’elemosina dallo stato, ma chiedono di poter svolgere meglio la propria professione in modo più completo e utile al cittadino.
Chiediamo di poter fare il nostro lavoro con un quadro normativo chiaro, perché tutt’oggi la situazione sulle autoanalisi, telemedicina è poco chiara, di avere un riconoscimento chiaro da parte dello stato di attività nodale per il ssn sul territorio.
Vogliamo essere inclusi nelle campagne ministeriali e regionali per la salute e di aver riconosciuto il nostro ruolo utile per il cittadino.

L’esercizio di vicinato “parafarmacia” che a dispetto delle notevoli difficoltà del settore commercio (le quasi 100.000 chiusure in 10 anni ne sono un palese segnale) continua a crescere di numero, ci dimostra che il valore aggiunto che ha la parafarmacie è proprio il farmacista che sta dietro il banco. Perché anche in una fase di rimodulazione del mondo del commercio, e di decrescita, il cittadino riconosce nel farmacista sul territorio un valore aggiunto, una presenza fondamentale per le proprie esigenze. Noi farmacisti di parafarmacia – conclude Gullotta- vorremmo sia riconosciuta la nostra utilità e valorizzato il lavoro dei tanti farmacisti di parafarmacia sul territorio. Vorremmo che il legislatore italiano non ascolti più le tesi di chi, in questi anni, é stato sconfessato dai fatti.”

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