
FNPI su contratto farmacisti: necessario valorizzare le competenze dei collaboratori
Il sistema farmacia italiano, da diversi anni, sta facendo i conti con il malcontento e le tensioni legate al rinnovo del contratto nazionale dei farmacisti collaboratori.
Un confronto che, secondo gli addetti ai lavori, sta riportando al centro dell’attenzione una questione più ampia: il riconoscimento delle competenze professionali dei farmacisti rispetto alle strutture in cui operano.
Negli ultimi anni, la figura del farmacista è stata al centro di un’evoluzione normativa significativa. Con l’introduzione della “Farmacia dei Servizi”, ai farmacisti collaboratori sono state affidate nuove attività, come l’esecuzione di tamponi, la somministrazione di vaccini, servizi di telemedicina e analisi di prima istanza. L’aumento delle responsabilità, però, non è stato accompagnato da un adeguato riconoscimento sul piano economico e professionale.
Un tema che divide non solo i rappresentanti sindacali, ma anche le diverse componenti della professione. I farmacisti titolari di parafarmacia, in particolare, denunciano un trattamento disomogeneo nella possibilità di erogare servizi sanitari.
“Le normative recenti – sostengono i rappresentanti della FNPI – tendono a privilegiare le strutture piuttosto che le competenze, creando una situazione paradossale: un farmacista può somministrare un vaccino in una struttura temporanea collegata a una farmacia, ma non sempre è autorizzato a farlo in una parafarmacia, pur se in regola e sotto controllo dell’autorità sanitaria”.
La Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI), da parte sua, ha più volte sottolineato la centralità della farmacia territoriale come presidio sanitario di prossimità.
In occasione di precedenti interventi pubblici, il presidente della FOFI ha ribadito l’importanza di tutelare il modello della farmacia come garanzia di sicurezza e qualità per il cittadino, richiamando alla necessità di mantenere un equilibrio tra innovazione e sostenibilità del sistema.
Dall’altra parte, cresce l’insoddisfazione tra molti farmacisti collaboratori, che si sentono sottovalutati nonostante l’aumento delle responsabilità.
Il confronto sul contratto e sulle regole che disciplinano il settore appare dunque tutt’altro che concluso.
Le sigle sindacali, gli Ordini professionali, i titolari di farmacia e i farmacisti operanti nelle parafarmacie sembrano concordare almeno su un punto: serve un ripensamento delle politiche di settore che armonizzi le competenze dei professionisti con le caratteristiche delle strutture, garantendo una maggiore equità e qualità nell’erogazione dei servizi sanitari.