Distribuzione farmaci. In Sicilia arrestate 8 persone per associazione mafiosa

I carabinieri del Ros di Messina hanno arrestato 8 persone per associazione mafiosa, traffico di influenze illecite, estorsione e turbata libertà degli incanti, aggravati dall’aver agevolato il gruppo Romeo-Santapaola.

Al centro dell’inchiesta, la collaborazione del pentito Biagio Grasso che ha ricostruito l’organizzazione dei clan e gli interessi nella gestione dei farmaci. “Le indagini – scrivono i carabinieri in una nota -, avviate nel 2017, costituiscono lo sviluppo dell’operazione BETA, eseguita nel luglio dello stesso anno e che aveva documentato l’operatività nel capoluogo peloritano di una cellula di cosa nostra catanese, diretta emanazione della più nota famiglia mafiosa e sovraordinata rispetto ai clan che tradizionalmente operano nei quartieri cittadini. L’esistenza e l’operatività del citato sodalizio sono state recentemente confermate dal GUP di Messina che, in sede di giudizio abbreviato, ha inflitto pesanti condanne ai principali esponenti del sodalizio”.

In particolare, tra i vari interessi della consorteria, emerge quello del controllo della distribuzione dei farmaci in Sicilia e Calabria e l’imposizione, sfruttando la capacità di intimidazione del sodalizio, dell’acquisto di farmaci da parte delle farmacie dislocate sul territorio di Messina.

“Particolarmente rilevante – proseguono i carabinieri – l’infiltrazione nel settore della distribuzione di farmaci, che ha visto confermati i legami tra il gruppo R con il clan catanese e che avrebbe preso forma nel corso di una cena tenutasi a Messina nel 2014, a cui avrebbero partecipato i vertici della società interessata ed esponenti del sodalizio, tra cui RV che, nell’occasione, sarebbe stato presentato come un imprenditore in vari settori e parente diretto di NS con interessi economici a Messina, Catania ed in buona parte della Sicilia Orientale. Tra i progetti del gruppo, la creazione di un hub per la distribuzione di farmaci nell’hinterland di Milazzo in provincia di Messina, che avrebbe aumentato esponenzialmente le potenzialità di intervento nello specifico settore. Addirittura, in una circostanza, confermata dall’interessato, ad un farmacista in difficoltà, poiché in debito la società fornitrice, sarebbe stato ‘consigliato’ di farsi prestare i soldi dalla malavita”.

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