Alzheimer, nuovo farmaco aducanumab: da USA e Cina qualche speranza

È una delle malattie più diffuse e fra le più invalidanti forme di demenza. Al mondo si contano almeno 50 milioni di persone colpite nella maggior parte dei casi donne, in Italia poco più di 600.000.
La ricerca da anni prova a porre un freno ad una patologia che si stima possa triplicare il numero dei malati nel 2050.

Alcuni studi pubblicati su Nature e condotti dall’azienda statunitense Biogen, potrebbero dare qualche speranza. Un nuovo farmaco, aducanumab, testato su un campione di 165 persone con Alzheimer, riesce a ridurre la quantità di placche amiloidi nel cervello, considerate la causa principale della malattia. Lo studio ha dimostrato come nei pazienti a cui è stato somministrato il farmaco, le placche siano definitivamente scomparse dopo un anno. Adesso si attende solo il parere favorevole della FDA.

Buone notizie arrivano anche dalla Cina dove l’agenzia regolatrice del farmaco, la National Medical Products Administration, ha approvato seppur con riserva, la commercializzazione di un farmaco ottenuto dalle alghe brune chiamato GV-971.
Uno studio clinico ha dimostrato che è in grado di proteggere dalla demenza, riducendo in modo significativo i sintomi cognitivi del morbo di Alzheimer.

Gli scienziati hanno identificato nelle alghe brune uno zucchero in grado di sopprimere i batteri responsabili dell’infiammazione cerebrale, e di conseguenza di ostacolare i processi neurodegenerativi innescati dall’Alzheimer.
I numeri e la durata della ricerca però non convincono le comunità scientifiche internazionali, pertanto c’è ancora molta cautela e si attende un campione più vasto di pazienti trattati per un periodo superiore agli attuali nove mesi.

I dettagli sul farmaco anti-Alzheimer sono stati pubblicati sull’autorevole rivista scientifica Cell Research.

Christian Petrelli

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