Vaccino covid. Ema: non sostenibili i richiami ogni 3-4 mesi

“Sebbene Omicron sembri essere più contagioso di altre varianti, studi condotti in Sud Africa, Regno Unito e alcuni Paesi della Ue mostrano un rischio inferiore di essere ricoverati in ospedale dopo l’infezione da Omicron; sulla base di questi studi, il rischio è attualmente stimato tra un terzo e la metà del rischio con la variante Delta”.

È quanto emerso in conferenza stampa tenuta dall’Agenzia europea del farmaco per fare il punto della situazione della pandemia.

Secondo il responsabile dei vaccini dell’Ema, Marco Cavaleri, “l’efficacia del vaccino contro le malattie sintomatiche è comunque inferiore per Omicron rispetto ad altre varianti e tende a diminuire nel tempo”.

“Non possiamo continuare con booster ogni 3-4 mesi – ha dichiarato Cavaleri-. Non abbiamo ancora dati sulla quarta dose per poterci esprimere, ma ci preoccupa una strategia che prevede di andare avanti con le vaccinazioni a distanza di poco tempo”.

“Ovviamente quando si tratta di vulnerabili, e persone immunodepresse, è un caso diverso e per loro la quarta dose più essere considerata già da ora”, ha aggiunto Cavaleri.

“Se abbiamo una strategia in cui diamo booster ogni quattro mesi potrebbero esserci alla fine problemi con la risposta immunitaria e non essere più buona come la vorremmo. Dovremmo quindi stare attenti a non sovraccaricare il sistema con una ripetuta immunizzazione”, ha spiegato.

“Se la situazione epidemiologica suggerisce che possa essere la migliore opzione sul tavolo potrebbe essere fatto una volta o due ma non è qualcosa che possiamo pensare di ripetere costantemente e sarebbe molto meglio cominciare a pensare alla somministrazione di un richiamo più dilazionato nel tempo e idealmente, se si vuole andare verso l’immunità, tale richiamo andrebbe sincronizzato con l’arrivo della stagione più fredda in ciascun emisfero, in modo simile a ciò che facciamo con l’influenza”, ha concluso Cavaleri.

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