“Nessun confronto. Noi non voteremo”. Il dissenso di un gruppo di delegati all’Assemblea di Federfarma

I firmatari sono i 12 delegati a partecipare all’assemblea nazionale del sindacato dei farmacisti titolari, in gran parte presidenti delle associzioni provinciali di Federfarma Belluno, Federfarma Campobasso, Federfarma Catanzaro, Federfarma Cosenza, Federfarma Isernia, Federfarma L’Aquila, Federfarma Molise.

Non ci stanno e chiedono che le elezioni per il rinnovo dei vertici nazionali di Federfarma, vengano rimandate a settembre, perchè i tempi di convocazione dell’assemblea sono estremamente ridotti e non ci sarà la possibilità di un dibattito, di un confronto democratico degno di un’assemblea così importante. Caso contrario, si asterranno dal voto.

La comunicazione che ha in oggetto la dichiarazione di non voto, è stata indirizzata al presidente di Federfarma Marco Cossolo, al presidente del Consiglio delle Regioni Francesca Conchiglia e a quello del Consiglio delle Regioni Sunifar Elvio Barla.

Riportiamo di seguito alcuni passaggi della missiva, a nostro avviso più rilevanti.

“La gestione della politica sindacale della nostra Federazione- scrivono i firmatari succitati- è stata impostata in maniera verticistica, in una sorta di crescendo ad excludendum di ogni forma di pensiero autonomo e non etero-diretto da parte delle Regioni e delle Provincie non omologate al pensiero della attuale dirigenza nazionale”.

Rivendicano inoltre il principio democratico della rappresentatività, che sarebbe stato disatteso dalla modalità e dalla velocità con la quale i vertici nazionali hanno indetto l’assise.
In Consiglio di presidenza sono rappresentate solo nove regioni su ventuno nonostante siano previsti undici consiglieri e i “rumors” elettorali confermano questa volontà ad excludendum in quanto sono previsti ben due doppioni regionali (Lombardia e Lazio avrebbero due consiglieri ciascuna) e, questa volta, addirittura con nomi che molto verosimilmente non sono espressioni delle stesse regioni “rappresentate” in quanto non indicate dalle stesse. Riportare a decidere 21 rappresentanti scelti dalle Regioni di provenienza, anche con una semplice delibera che impegni il Consiglio eletto ad “eseguire” quanto deciso assumendo così le mansioni di un “esecutivo. C’è un deficit di rappresentatività della Federazione nazionale, guidata da una dirigenza ansiosa esclusivamente di mantenere il proprio status di privilegio sino al punto di schiantare definitivamente ogni anelito di democrazia e rappresentatività contro il muro delle prossime elezioni-farsa”.

“Noi non siamo disponibili – concludono- a sacrificare i nostri ideali di libertà e partecipazione sull’altare di una finta emergenza, che di vero e concreto ha solo l’ansia della dirigenza di mantenere ben salde nelle proprie mani le chiavi della cassaforte, ed è per questo che non abbiamo intenzione di partecipare ad elezioni false perché condizionate, come troppo spesso sta succedendo ai giorni nostri. L’emergenza vera è lontana dalle stanze romane, ed è quella che stanno vivendo da soli sul territorio i Farmacisti in mezzo alla loro gente e senza il supporto adeguato della Federazione che pure tante risorse assorbe dai territori”.

Christian Petrelli

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