La nuova farmacia fra reti, e-commerce e nuovi servizi

La quarta edizione del The Network’s Road organizzato da I-Farma e dal suo instancabile direttore Laura Benfenati, ha prodotto i frutti sperati rispetto alla discussione e alle argomentazioni scaturite dalla tappa romana.
Quando si parla del processo di trasformazione che ha interessato e continuerà a coinvolgere la farmacia italiana, è inevitabile citare le reti di farmacie. Un nuovo modello che al momento interessa maggiormente l’area centro-settentrionale del nostro Paese ma che lentamente si affaccia anche nelle regioni meridionali.

All’ appuntamento, organizzato nella chiesa San Lorenzo in Miranda che ospita la sede del Nobile Collegio Chimico Farmaceutico, hanno risposto positivamente aziende, farmacisti, distribuzione e ovviamente rappresentanti delle reti.
Si è parlato di “reti strong” e “reti light”, ma anche di farmacie indipendenti che rappresentano ancora la maggioranza visto che ad oggi sono in rete il 17,4 % a numerica, 18,8% a valore.
Concetto di indipendenza ribadito anche in apertaura dei lavori proprio dal presidente di Federfarma Marco Cossolo.
“Non bisogna mettere la testa sotto la sabbia – ha dichiarato il numero uno di Federfarma- il farmacista deve prendere coscienza del fatto che da solo non ce la può fare. Essere da soli è l’esatto contrario che essere indipendenti. Perché sono importanti le reti? Per la condivisione di figure professionali ad esempio e di skills organizzativi. Non c’è democrazia nel discutere le reti, semmai nel capire come farle”.

Il leitmotiv dell’incontro è stato soprattutto la costruzione di un nuovo modello di partnership fra industria e rete, basato su progetti innovativi e su logiche di collaborazione e creazione di valore.
Ma chiaramente anche il ruolo del farmacista e l’evoluzione apportata dalla Farmacia dei Servizi.

Ma come ha ribadito Francesco Cavone, Head of Integrated Analytics di IQVIA, “c’è una netta differenza tra far parte di una catena e sentirsi un anello di quella catena”, ponendo l’accento su un ruolo più attivo da parte del farmacista. “Un dato interessante – spiega Cavone- è che le farmacie che non entrano in rete, sono state costrette ad abbassare i prezzi di molti prodotti”.

Ciononostante, “negli ultimi due anni alla forte espansione quantitativa delle reti soprattutto proprietarie – ha detto Marcello Tarabusi dello Studio Guandalini– non corrisponde alcuna accelerazione dei risultati economici. Stando all’analisi massiva dei bilanci pubblicati, le farmacie indipendenti mostrano performance non inferiori, e in molti casi migliori, di quelle delle farmacie inserite nelle catene.
È sicuramente un fenomeno transitorio, che probabilmente già l’analisi dei bilanci 2022 potrebbe in parte ridimensionare. Ma i farmacisti indipendenti – continua Tarabusi- non devono gongolare troppo: alla categoria manca ancora una moderna cultura d’impresa, indispensabile per sopravvivere in un mercato che può subire forti accelerazioni”.

Per Mirko De Falco, AD del Gruppo Farvima e SOFAD SRL, “combinare le competenze del farmacista con le potenzialità degli strumenti di Business Intelligence nella raccolta e analisi di dati strategici, rappresenta la soluzione per gestire con successo le relazioni del nostro ecosistema.
Farmá Accento Salute – il Network di Farmacie del Gruppo Farvima- guarda al futuro proiettato ai dati e ai risultati”.

Oggi è indubbiamente più difficile fare il farmacista ma giornate come quella del “The Network’s Road” trascorse assieme agli altri attori della filiera, aiutano la categoria a crescere e spingono le farmacie verso nuovi traguardi in un mercato in continua evoluzione.

Christian Petrelli

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