Glioblastoma: nuove prospettive dalla ricerca sui trattamenti immunoterapici personalizzati
Immunoterapia personalizzata contro il glioblastoma, il cancro al cervello più aggressivo, con una sopravvivenza che dopo 10 anni dalla diagnosi non arriva al 2%.
Ad aprire nuove prospettive di cura è il programma Gliomatch finanziato dalla Comunità europea, al quale partecipa l’Irccs Istituto neurologico Besta di Milano. In campo c’è il più grande consorzio di ricerca sui pazienti con glioblastoma multiforme e gliomi di alto grado pediatrici, composto da 8 centri clinici europei.
Il Besta descrive il progetto in occasione della Giornata di sensibilizzazione sul glioblastoma. Diverse sperimentazioni cliniche suggeriscono che un sottogruppo di pazienti può trarre beneficio dall’immunoterapia, in particolare quella che utilizza le cellule dendritiche. Da questa osservazione parte il programma di ricerca, che mira a individuare la tipologia di malati per i quali questa strategia può essere utile.
Una missione difficile perché per il glioblastoma ancora mancano biomarcatori misurabili, ‘spie’ della presenza del tumore, della sua evoluzione e della risposta alle cure.
“Oggi quasi il 20% dei pazienti affetti da glioblastoma dell’adulto e da glioma pediatrico di alto grado può beneficiare di un trattamento personalizzato in base alle caratteristiche del proprio tumore. Ma in assenza di biomarcatori adeguati, molti ricevono applicazioni di immunoterapia subottimali – spiegano dal Besta -. Il team Gliomatch vuole superare questo problema “analizzando, mediante una piattaforma appositamente costruita, i dati clinici molecolari e radiologici di pazienti già trattati in passato con l’immunoterapia”.
In particolare, aggiungano gli esperti dell’Irccs milanese, verrà esaminata “la più ampia coorte di pazienti affetti da gliomi di alto grado trattati con immunoterapia (circa 300)”.
Il consorzio “sfrutterà la potenza dei dati integrando mappe tissutali multistrato a risoluzione spaziale con immagini di risonanza magnetica non invasiva, creando un hub radio multiomico di risonanza magnetica all’avanguardia. In questo modo i medici riusciranno a classificare gli individui in base alle caratteristiche del loro sistema immunitario e a interpretare l’efficacia del trattamento con una precisione senza precedenti”.