CONASFA: “Il farmacista collaboratore è il punto di forza della farmacia”

Silvera Ballerini presidente della federazione delle associazioni dei farmacisti non titolari (CONASFA),  non le manda di certo a dire ai rappresentanti dell’Ordine e del sindacato dei farmacisti.

Con una lunga nota commenta la relazione del Presidente Mandelli nell’ambito del Consiglio Nazionale della FOFI dello scorso 10 maggio, sottolineando alcuni importanti aspetti.

“Sebbene il Presidente abbia elogiato il proprio lavoro, quello dei suoi collaboratori e tutte le iniziative intraprese a favore delle farmacie troviamo alquanto deludente che non si sia fatto minimo accenno alla componente maggioritaria della professione: i farmacisti collaboratori.
Riteniamo che se il sistema farmacia sia ancora sostenibile il merito vada attribuito soprattutto ai collaboratori.
I Farmacisti Collaboratori italiani sono i professionisti peggio retribuiti in Europa, eppure riescono a mantenere alti gli standard qualitativi adeguandosi a nuovi orari di apertura, aggiornandosi e svolgendo la formazione ECM spesso sostenendone le spese e al di fuori dall’orario di lavoro. Nonostante questo non hanno alcuna possibilità di carriera in un sistema farmacia che è bloccato da decenni in una modalità che non consente un turnover nelle concessioni governative, causa il “blocco” dovuto all’ereditarietà della farmacia.

Il PGEU parla del farmacista di comunità quale protagonista all’interno del sistema sanitario mettendo in evidenza le due reali emergenze della nostra professione: dignità e riconoscimento delle competenze.
L’ingresso dei capitali, che tanto spaventa il sistema lobbistico dei titolari di Farmacia, potrebbe al contrario portare una boccata di ossigeno a tutti professionisti del settore. FOFI e Federfarma sono lanciate ad inseguire un modello di farmacia che oggi non esiste più. La paura del confronto sulla dimensione economica della farmacia che le società di capitali possono portare serve solo a mascherare lo svuotamento e lo svilimento della professione, mentre la deriva commerciale paventata da diverse parti era già stata denunciata dalla stessa FOFI nel famoso documento del 2006. L’emergenza occupazionale ed il numero altissimo di colleghi inoccupati deve essere fonte di stimolo per la federazione per ripensare al ruolo del farmacista che vada oltre alla farmacia. Non è possibile limitarsi a mettere un limite all’accesso alle università senza trovare una soluzione alle migliaia di colleghi che già oggi non hanno un’occupazione. E’ necessaria una riforma dell’ente previdenziale verso il modello contributivo, sicuramente più equo e sostenibile per la componente più numerosa della categoria.
In merito alle parafarmacie la visione della FOFI non è condivisibile, dimostrando un’idea ristretta ed antiquata della professione”.

CORRELATI