Società italiana Farmacologia: ancora troppi pregiudizi sui farmaci equivalenti

Il farmaco generico rappresenta un elemento fondamentale per il contenimento della spesa farmaceutica.

Ma la loro presenza sul mercato è ancora in lento aumento a causa della disinformazione sui farmaci equivalenti che sempre più spesso ne pagano lo scotto, in quanto il farmaco originator viene considerato migliore.

Infatti, secondo un position paper della Società italiana di Farmacologia, ancora oggi troppi operatori sanitari e troppi pazienti considerano, per mancanza di una corretta informazione, gli equivalenti farmaci inferiori a quelli di riferimento in termini di efficacia clinica, tollerabilità e, addirittura, di qualità.

Ciò, ovviamente, è del tutto falso -sottolinea il documento Sif -. L’esperienza nell’ uso clinico quotidiano, i dati provenienti dalla letteratura scientifica, la qualità dei percorsi autorizzativi e dei controlli da parte delle autorità regolatorie deve rassicurare sanitari e pazienti sulla loro sovrapponibilità in termini di qualità, efficacia e sicurezza.

Il farmaco di riferimento e gli equivalenti contengono lo stesso principio attivo – sottolinea Sif – ottenuto per sintesi, ovvero tramite reazioni chimiche standardizzate e riproducibili.

Poiché per i farmaci di riferimento è già disponibile un’ampia documentazione di efficacia clinica e di sicurezza, acquisita grazie all’uso pluriennale del farmaco nella pratica clinica quotidiana, il farmaco equivalente dovrà unicamente dimostrare di essere “bioequivalente” rispetto al farmaco di riferimento.

Si deve cioè dimostrare, spiega il position paper, che le differenze di comportamento tra i due farmaci nell’organismo non sono diversi rispetto all’ intervallo di variabilità ritenuto internazionalmente compatibile con la bioequivalenza e quindi con la loro equivalenza terapeutica.

Come per qualsiasi altro farmaco, afferma la Società italiana di Farmacologia, i controlli sugli equivalenti sono rigorosi e continui e per quei farmaci con basso indice terapeutico (antiepilettici, anticoagulanti orali, antiaritmici e altri), gli intervalli per i criteri di bioequivalenza sono più stretti.

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