Rapporto Prescrire 2019. I farmaci da scartare: più dannosi che utili

Per il settimo anno consecutivo, “Prescrire” pubblica un rapporto “farmaci da scartare per cure migliori“. La recensione identifica i casi di farmaci più pericolosi che utili, da eliminare dalle cure. L’obiettivo è aiutare a scegliere trattamenti di qualità, principalmente per non danneggiare i pazienti e evitare danni.

La valutazione di Prescrire si basa su una rigorosa e collettiva procedura del rapporto rischio-beneficio di un farmaco in una data situazione: ricerca documentale sistematica e riproducibile, risultati basati su criteri di efficacia rilevanti per i pazienti, priorità dei dati in base al loro livello di evidenza, confronto rispetto al trattamento di riferimento, considerazione degli effetti avversi e della loro quota di incognita.

Nel 2019, la valutazione riguarda i farmaci analizzati da Prescrire per nove anni, dal 2010 al 2018. Questa analisi ha identificato 93 farmaci (tra cui 82 venduti in Francia), il rapporto rischio-beneficio è sfavorevole in tutte le situazioni cliniche che sono autorizzati in Francia o nell’Unione europea.

Tra questi troviamo lo Zyban, il cui principio attivo è il bupropione, un’anfetamina che aiuta a smettere di fumare. Secondo il rapporto può causare disturbi neuropsichici, reazioni allergiche gravi, dipendenza e difetti cardiaci congeniti in caso di esposizione del nascituro durante la gravidanza.

Anche tra i sedativi della tosse sono stati trovati vari farmaci inclini a produrre effetti collaterali sproporzionati rispetto al beneficio che possono dare. I principi attivi sotto accusa sono l’ambroxol (presente nel Muxol e altri farmaci) e la bromexina (Bisolvon), mucolitici per la tosse o il mal di gola, che non hanno un’efficacia clinica dimostrata oltre l’effetto placebo e mostrano reazioni anafilattiche gravi e talvolta pericolose per la vita.

L’oxomemazina (Toplexil o altro), un antistaminico suscettibile di effetti avversi sproporzionati nel trattamento sintomatico della tosse; la folcodina (Biocalyptol o altro), un oppioide utilizzato nel trattamento sintomatico della tosse, che però pone un rischio di sensibilizzazione al curaro che è utilizzato in anestesia generale; il mannitolo per inalazione (Bronchitol), a fini mucolitici, che non ha un’efficacia clinica convincente nella fibrosi cistica ed espone al broncospasmo e all’emottisi.

E ancora, diversi altri farmaci usati nei disturbi polmonari devono essere esclusi secondo il report di Prescrire: i decongestionanti orali e nasali (efedrina, nafazolina, ossimetazolina, fenilefrina, pseudoefedrina e tuaminoeptano) sono simpaticomimetici vasocostrittori. Espongono a disturbi cardiovascolari gravi o addirittura fatali e a colite ischemica.

Tra gli anti-infiammatori non steroidei non si salva uno dei più diffusi, il dicoflenac (Voltaren) per via orale, che può essere associato ad un aumento dei rischi cardiovascolari, come l’infarto miocardico e l’insufficienza cardiaca.

Mentre il ketoprofene in gel (gel Ketum), rispetto ad altri FANS, espone maggiormente alla fotosensibilizzazione, e quindi a eczemi ed eruzioni cutanee e bolle.

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