Milano. Revocata licenza a farmacia coinvolta in un’inchiesta di mafia

Il Comune di Milano ha revocato la licenza, a seguito di un’interdittiva antimafia firmata dalla Prefettura, alla farmacia Caiazzo, il cui titolare era rimasto coinvolto in un’inchiesta della Dda di Milano che nel marzo 2016 aveva portato ad una serie di arresti tra cui quello di Giuseppe Strangio, accusato anche di aver usato soldi della ‘ndrangheta per partecipare proprio all’acquisto della farmacia. All’epoca, le indagini del procuratore aggiunto Ilda Boccassini, avevano portato all’arresto di Strangio, direttore delle poste di Siderno in provincia di Reggio Calabria. L’uomo, secondo quanto scoperto dai magistrati milanesi, nel 2006 aveva acquistato la farmacia con l’impiego di denaro di provenienza illecita, con l’aggravante della finalità mafiosa. In sostanza, il denaro usato per l’acquisto della storica farmacia Caiazzo “circa 220mila euro” – secondo le parole della procuratrice – sarebbe arrivato dalle cosche di San Luca (Reggio Calabria). “Ci ha stupito constatare come diversi giovani appartenenti a famiglie mafiose scelgano di laurearsi in Farmacia – aveva dichiarato Ilda Bocassini -. Un lavoro che garantisce un reddito e un posto di lavoro sicuri oltre a una rispettabilità sociale”. Il nome della farmacia e del suo titolare, tra l’altro, è emerso anche lo scorso aprile in un’altra indagine della Procura milanese sfociata in un blitz nei confronti di 13 persone ritenute a vario titolo responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dell’Erario, truffa ad aziende farmaceutiche, autoriciclaggio, ricettazione di farmaci, somministrazione di medicinali in modo pericoloso per la salute pubblica ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.

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