L’uso di paracetamolo in gravidanza potrebbe aumentare il rischio di Adhd nei nascituri
Uno studio condotto da Brennan Baker dell’Università di Washington a Seattle ha dimostrato che l’uso del paracetamolo in gravidanza potrebbe aumentare il rischio di iperattività (Adhd) nei nascituri.
Baker ha cercato i marcatori del farmaco in campioni di sangue raccolti da 307 donne, durante il secondo trimestre di gravidanza. Nessuna di loro assumeva farmaci per patologie croniche o presentava complicazioni note della gravidanza. I ricercatori hanno poi seguito le partecipanti quando i loro figli avevano tra gli 8 e i 10 anni.
In media, i bambini le cui madri in gravidanza presentavano marcatori di paracetamolo nel sangue avevano una probabilità tre volte maggiore di ricevere una diagnosi di Adhd rispetto ai bambini nati da madri che non ne avevano, anche dopo aver tenuto conto di fattori influenti quali l’età della madre e il suo peso corporeo prima della gravidanza, lo stato socioeconomico e le condizioni di salute mentale dei familiari più stretti.
Mentre il paracetamolo è considerato l’antidolorifico e l’antifebbrile più sicuro disponibile durante la gravidanza, studi precedenti sul farmaco e sulle condizioni di sviluppo neurologico del nascituro hanno fornito risultati contrastanti.
Per esempio, uno studio del 2019 che ha coinvolto più di 4700 bambini e le loro madri ha collegato l’uso dell’antidolorifico in gravidanza con un rischio maggiore del 20% di sviluppare l’Adhd. Tuttavia, un’analisi pubblicata lo scorso anno su quasi 2,5 milioni di bambini non ha mostrato alcuna associazione di questo tipo.