In Italia scarseggiano i farmacisti collaboratori. Fra le cause, il peggioramento delle condizioni lavorative

Come riportato da diversi organi di stampa da qualche tempo a questa parte, le Farmacie fanno sempre più fatica a trovare farmacisti collaboratori. Il fenomeno non è soltanto italiano.
Nel Regno Unito, ad esempio, trovare personale laureato è diventato così difficile che orale catene si contendono i farmacisti tra loro offrendo stipendi competitivi ed un sistema di incentivi, bonus annuali e vantaggi.
All’origine della carenza ci sarebbero le crescenti competenze assegnate alle Farmacie nell’ambito dell’assistenza territoriale.
Secondo un sondaggio condotto, nel luglio 2020, in Inghilterra nelle farmacie risultava scoperto il 9% dei posti a tempo pieno per un percepito netto peggioramento delle condizioni di lavoro. Anche in Germania le Farmacie stanno facendo crescente fatica a trovare personale laureato. Anche in Italia il mondo del lavoro nella Farmacia sta cambiando. Un tempo la domanda superava l’offerta e l’offerente deteneva (ingiustamente ma lo deteneva) il potere.
Ora c’è una inversione di tendenza. C’è più domanda che richiesta. I professionisti, gli operatori mancano.

“Questo – dichiara la presidente di Conasfa Silvera Ballerini – l’avevamo già rilevato dalle segnalazioni degli iscritti, ora ne parla anche la stampa.
Il sistema Farmacia non sfugge quindi alla tendenza generalizzata che vede un aumento rilevante di dimissioni in tutti i settori in seguito ad una situazione professionale percepita come sempre più logorante da un punto di vista psicofisico. In questo secondo inverno di pandemia, con l’introduzione dei servizi di esecuzione di tamponi rapidi e di vaccinazione, le Farmacie italiane sono sempre più intasate di lavoro straordinario.
Per i Farmacisti collaboratori, la mole di lavoro è considerevolmente aumentata. Queste nuove mansioni si sono aggiunte a quelle ordinarie che vanno dalla vendita e dispensazione di farmaci alla telemedicina, dalle analisi di prima istanza alle prenotazioni dei vaccini e delle altre prestazioni (la stampa dei green pass, la farmacovigilanza, l’impegno costante per informare i cittadini e favorire l’aderenza terapeutica, ecc.).
Dal novembre 2021 è entrato in vigore il nuovo contratto per i collaboratori di Farmacia, stipulato tra Federfarma e le principali sigle sindacali. Purtroppo il nuovo Contratto non prevede alcuna tutela per le nuove mansioni, per i rischi connessi all’esecuzione non solo dei vaccini, ma anche dei tamponi”.
I farmacisti- continua Ballerini- hanno frequentato in massa i corsi per l’abilitazione all’esecuzione della vaccinazione contro il covid, con oltre 40000 iscritti, ed in seguito per praticare la vaccinazione contro l’influenza.
Il lavoro del Farmacista è radicalmente cambiato, e questo cambiamento ha subito una fortissima accelerazione negli ultimi due anni.
L’istantanea capacità di adattamento per rispondere alle mutate esigenze del cittadino ha ancor più evidenziato come la Farmacia ed il Farmacista siano un fondamentale presidio del Sistema Sanitario.
Ora i Farmacisti si aspettano un riconoscimento come professionisti al servizio della Sanità Pubblica e non come semplici “venditori di farmaci”.
Già nell’intervento nel novembre 2021 durante il Congresso di “Farmacista Più” Conasfa aveva parlato di Sistema dove intendeva la collaborazione, la mutua dipendenza e il reciproco aiuto.
Questa nuova situazione è in linea con la filosofia che ha avuto come primo passo la sopra citata relazione congressuale e che muove il progetto che accompagnerà nei prossimi anni le azioni di Conasfa: creare colloquio, interscambio, collaborazione per la crescita della Farmacia. Tutto ciò per andare incontro alle esigenze dei cittadini e di tutti gli attori di questo mondo. I Farmacisti. Senza categorizzare. Tutti insieme per un lavoro altamente qualificato.

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