Garante della Privacy: ricette in busta chiusa in ambulatori e farmacie

Il tema relativo alla privacy dei pazienti e il pregiudizio che dal suo stato di salute può derivarne, è stato più volte ribadito dal Garante della Privacy. Studi medici e farmacie, pertanto, devono mettere in atto tutti gli accorgimenti necessari per garantire il diritto alla riservatezza.
Recentemente è stato opportuno ricordarlo ad un operatore sanitario poco diligente che lasciava le ricette per i suoi pazienti in un contenitore posto sul muro esterno dello studio medico, prive di buste chiuse.
In questo modo, chiunque poteva liberamente aprire il contenitore e conoscere il contenuto delle prescrizioni quindi entrare in contatto con dati sensibili.
Una modalità di consegna delle ricette inappropriata, concepita durante il periodo del Covid e protratta nel tempo, con il consenso degli assistiti, allo scopo di agevolare il ritiro delle prescrizioni e limitare gli accessi nella struttura quindi potenziali contagi.
Per questa ragione, nonostante le buone intenzioni del medico, è scattata la multa del Garante per la protezione dei dati personali e una sanzione di 20.000 euro.
L’istruttoria dell’Autorità ha preso il via da un accertamento dei militari del N.A.S. che hanno raccolto anche le testimonianze di alcuni assistiti, fra quelli che avevano ritirato le ricette dal contenitore.
Nel suo provvedimento di sanzione, l’Autorità ha ribadito che le informazioni relative alla salute possono essere sì comunicate a terzi, ma solo sulla base di un idoneo presupposto di legge o su delega scritta dell’interessato, e in ogni caso non possono mai essere diffuse.
Il Garante ha inoltre ribadito quanto già affermato in passato e cioè che le ricette sanitarie possono essere lasciate presso le farmacie e gli studi medici, purché messe in busta chiusa
Ma, lasciarle incustodite alla portata di tutti, viola la privacy dei pazienti perché permette la diffusione di dati idonei a rivelare il loro stato di salute.

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