Fiorani: “L’internazionalizzazione è una leva di crescita importante per le aziende del settore”

FederSalus ha partecipato alla seconda edizione della manifestazione China International Import Expo (Ciie) per presentare l’eccellenza della filiera degli integratori alimentari Made in Italy agli operatori cinesi,

puntando ad allargare il panorama delle opportunità per le realtà imprenditoriali rappresentate dall’Associazione.

L’incontro è stato un’occasione per riconfermare l’elevato valore, l’affidabilità e la qualità delle aziende italiane del settore degli integratori alimentari, che hanno portato l’Italia ad essere un leader di mercato ed un’eccellenza a livello europeo e mondiale.

Abbiamo chiesto al presidente di Federsalus, Marco Fiorani, un resoconto di questo viaggio rispetto alle prospettive per l’export di questi prodotti verso i mercati orientali.

S’intravedono spiragli di collaborazione e apertura verso il nostro Paese?

Per poter individuare gli spazi di manovra funzionali al business delle aziende italiane di integratori alimentari è necessario avere un quadro ben chiaro delle regole e delle dinamiche del mercato cinese, attualmente ancora da definire con precisione.

Per questo, a seguito degli incontri avvenuti in occasione del Ciie, Federsalus ha ritenuto indispensabile, insieme a ICE-Shanghai, realizzare un’indagine di mercato sul settore degli integratori alimentari in Cina,

su cui l’ICE ha già approvato la procedura di attivazione e lo stanziamento dei fondi.
Per favorire la cooperazione tra i due paesi è in programma l’organizzazione di incontri b2b con partner cinesi in Italia. Considerato che quello del commercio online con la Cina è uno dei più importanti canali di vendita del settore,

si sono intensificate le relazioni con la principale piattaforma di commercio online al mondo “Alibaba” per attivare sessioni formative specifiche su come avviare il proprio business online.

Che cosa significherebbe per le aziende italiane degli integratori entrare nel mercato cinese?

L’indagine di mercato con ICE Shangai è lo strumento per dare un ordine di grandezza alle potenziali opportunità per le aziende italiane. Sappiamo però che nel 2018 le imprese di integratori alimentari hanno esportato in Cina prodotti per oltre 24 milioni di euro.

Un interesse che in generale, stando alle fonti governative, è motivato dalla continua crescita dell’economia cinese, dalla vastità del mercato e dalla evoluzione dei gusti dei consumatori cinesi di reddito medio – alto.

Secondo l’indagine del Centro Studi FederSalus condotta sulle aziende associate, la Cina è il terzo mercato verso cui, in prospettiva, emerge un maggiore interesse in termini di export.

Qualora si stringessero degli accordi, c’è la possibilità che si delocalizzi per ridurre i costi di produzione? Quali sono stati e forse lo sono ancora, i principali ostacoli?

E’ prematuro entrare nel dettaglio dell’organizzazione delle produzioni e parlare di delocalizzazione. Si tratta di scelte strategiche che riguardano le singole aziende, e che sono ancora di là da venire.

Come associazione abbiamo puntato a illustrare agli organismi cinesi i principali ostacoli all’export, rappresentati oggi dalle cosiddette barriere “non tariffarie” che limitano la registrazione e la commercializzazione in Cina di integratori provenienti da altri paesi.

L’esportazione dei prodotti alimentari in Cina è infatti regolata da un sistema eterogeneo di norme, nazionali e locali, e da stringenti controlli richiesti dal governo cinese che frenano le transazioni.

Insieme alle istituzioni italiane Federsalus si è attivata politicamente per cercare di far riconsiderare le barriere non tariffarie e trovare soluzioni alternative per incrementare il commercio con la Cina.

Sono in programma altri viaggi all’estero? Se è così, in quali Paesi?

L’internazionalizzazione rappresenta una leva di crescita importante per le aziende del settore, che grazie ad essa hanno riportato migliori performance in termini di dinamiche di investimento, occupazione e fatturato,

come emerso dall’ultima indagine del Centro Studi Federsalus. Circa Il 75% delle aziende coinvolte in questa indagine ha dichiarato attività estere, ma in rapporto all’incidenza sul fatturato totale vi sono ancora margini di miglioramento.

Per questo FederSalus in collaborazione con ICE – Italian Trade Agency, ha avviato un Desk dedicato, per supportare le aziende associate che intendono affacciarsi ai mercati esteri, in termini di definizione delle strategie,

rappresentanza, sostegno alle politiche di internazionalizzazione e creazione di occasioni di business e innovazione con partner internazionali.

Il lavoro del Desk Internazionalizzazione ha portato allo sviluppo di un intenso programma di appuntamenti per il 2020 che vedrà Federsalus presente alle principali manifestazioni internazionali del settore

e impegnata in incontri B2B di alto valore strategico: Mosca, CPHI di Tokyo, CPHI USA, Saudi Healthcare Exhibition di Riyhad, NHNE- Natural & Nutrition Expo a Shanghai,

BIO Asia Taiwan a Taipei, Amman, e gli appuntamenti chiave italiani ed europei come Cosmofarma a Bologna e Vitafood a Ginevra.

 

Intervista di Christian Petrelli

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