Corso di laurea in farmacia. Opportuno modificare i criteri di selezione

La Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani, rappresentata dal Vicepresidente Luigi D’Ambrosio Lettieri e dal Direttore generale Antonio Mastroianni, è stata sentita ieri in un ciclo di audizioni della Commissione VII “Cultura” della Camera dei Deputati in materia di accesso ai corsi universitari.

“La posizione che abbiamo rappresentato parte dalla constatazione che con l’attuale assetto, come dimostrato dai dati dell’iniziativa Joint Action Health Workforce Planning and Forecasting promossa dalla Commissione europea, si è determinato un profondo e crescente squilibrio tra il numero dei laureati e relativo fabbisogno, con conseguenti gravi difficoltà per la collocazione nel mondo del lavoro” spiega Luigi D’Ambrosio Lettieri.

Ogni anno, in media, si laureano 4700 farmacisti, dei quali 4000 si iscrivono agli Ordini, un numero quasi dieci volte superiore al fabbisogno stimato nell’ultimo biennio pari a 448 unità, dato comunque eccessivo per la Federazione, che prevede un fabbisogno pari a zero.

“Se non si interviene” puntualizza il vicepresidente della FOFI “nell’arco di un ventennio vi saranno circa 50.000 farmacisti disoccupati che andranno ad aggiungersi ai 13.000 censiti oggi”.

La Federazione ribadisce che prima di qualsiasi altro intervento si debba ancorare la programmazione al fabbisogno reale di farmacisti e contestualmente, promuovere un’attività di orientamento alla scelta del corso di laurea rivolta ai maturandi.
“Vanno rivisti anche i criteri di selezione all’ingresso, oggi affidata a quiz generici non idonei a stabilire le reali capacità dello studente a frequentare un determinato corso di studi e, in prospettiva, a ricoprire il ruolo professionale corrispondente.

Occorre una selezione meritocratica durante il corso di studi, non uno sbarramento all’ingresso: tutti devono potersi presentare al nastro di partenza e, in caso di difficoltà, poter imboccare un’altra strada”.

La proposta Federale per i corsi di laurea in Farmacia e CTF prevede l’iscrizione diretta al corso universitario prescelto e, al termine del primo anno di studi, una selezione meritocratica per l’iscrizione al secondo, alla quale potranno partecipare solo coloro che avranno conseguito un numero minimo di crediti e nei limiti dei posti disponibili risultanti dalla rilevazione del fabbisogno effettuata in sede ministeriale.
Chi non raggiunge il numero minimo di crediti o non supera la selezione potrà comunque richiedere l’iscrizione a un altro corso di studi, purché i crediti maturati consentano l’accesso a quest’ultimo.

“E’ evidente che considerando l’attuale emergenza occupazionale della professione, e i tempi e gli oneri economici che comporta l’implementazione di questo nuovo sistema, è necessario prevedere da subito per i nostri corsi di laurea l’introduzione temporanea del numero programmato a livello nazionale” aggiunge D’Ambrosio Lettieri.

Ma la proposta della FOFI affronta anche altri aspetti, a cominciare dalla riorganizzazione periodica del piano di studi, che deve potersi adattare all’evoluzione – sempre più rapida – tanto delle conoscenze scientifiche e del contesto socio-economico quanto del mercato del lavoro. La Federazione sta inoltre riflettendo se sia utile mantenere due distinti corsi di laurea – Farmacia e CTF – o non sia opportuno ammodernare i due curricula universitari all’interno di un unico corso di laurea magistrale. “Infine abbiamo sottolineato, ancora una volta, la necessità di adeguare il numero dei posti di specializzazione in farmacia ospedaliera alle effettive esigenze ad oggi non soddisfatte e di contrattualizzare i nostri specializzandi come previsto per quelli area medica.

Una questione che non intendiamo certo lasciar cadere” conclude il Vicepresidente della FOFI. “Una nuova regolazione dell’accesso ai corsi laurea in farmacia e CTF non è più rinviabile, innanzitutto per non continuare a creare professionisti disoccupati o sotto-occupati, anche in considerazione dei sacrifici, economici e non solo, che sostengono studenti e famiglie” dice il Presidente della FOFI Andrea Mandelli.

“L’analisi e la proposta presentate dalla Federazione in Commissione Cultura della Camera, basate anche sulle altre esperienze europee, vanno nella direzione di premiare il merito dei singoli e di garantire al Servizio sanitario e al Paese professionisti adeguatamente formati, motivati e in numero adeguato ai bisogni di salute della popolazione. Ci auguriamo che la politica voglia fare propri questi obiettivi, perché non farlo significa compromettere il futuro dei giovani che aspirano a un ruolo attivo e gratificante nella società”.

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