Consiglio di Stato. Irregolare utilizzare la ricetta bianca per la prescrizione di farmaci in distribuzione diretta

Il Consiglio di Stato ha ritenuto irregolare la prescrizione di farmaci in distribuzione diretta con la ricetta bianca o con una contabilità separata che non garantisce di tracciarne i flussi. La decisione è arrivata con la sentenza dello scorso 29 settembre in seguito al ricorso presentato da Federfarma Parma in cui si chiedeva di accertare se vi fosse un atto dell’Asl che orientasse i medici a dirottare i pazienti sui dispensari pubblici a scapito delle farmacie del territorio per i farmaci in distribuzione diretta. Il primo ricorso, avanzato davanti al Tar nel 2013, aveva rigettato la richiesta così come il Consiglio di Stato, che ha però motivato con differenti ragioni. Innanzi tutto, secondo i giudici, in assenza di un formale provvedimento dell’Asl da impugnare, la condotta tenuta dai medici di famiglia che ricorrono alla ricetta bianca per prescrivere farmaci della distribuzione diretta non può essere perseguita dalle farmacie davanti alla giustizia amministrativa, perché l’accusa non rimanda a un ‘illegittimo’ esercizio di potere da parte della Pubblica amministrazione, ma semmai a un illecito comportamento che va a incidere su diritti soggettivi. “La cosa certa – ha affermato Alessandro Merli, presidente di Federfarma Parma – è che questa prassi va a danno delle farmacie e avviene senza alcuna tracciabilità di spesa. Adesso, valuteremo con Federfarma Emilia Romagna come procedere in questo senso visto che la sentenza non ci dà ragione ma neanche torto. Tanto che ognuno ha pagato le proprie spese legali”.

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