Conferenza Stato-Regioni. Alle farmacie solo l’1,5% dei vaccini antinfluenzali

Troppo bassa la quota dei vaccini antinfluenzali stabilita dalla Conferenza Stato-Regioni che nell’incontro di ieri ha gelato le aspettative dei rappresentanti di categoria e dei farmacisti italiani che si aspettavano una percentuale maggiore considerati i numeri attesi per la stagione 2020-21.      In un comunicato congiunto Federfarma, il sindacato dei titolari di farmacia, ASSOFARM (associazione nazionale delle farmacie comunali) e FOFI, Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani, hanno espresso tutto il loro dissenso e preoccupazione.

La decisione di destinare alla distribuzione in farmacia solo l’1,5% dei vaccini antinfluenzali acquisiti dalle Regioni non garantisce una risposta adeguata ai bisogni della popolazione attiva: appare del tutto insufficiente rendere disponibili solo 250.000 dosi a fronte di un fabbisogno stimato  tra 1,2 e 1,5 milioni di dosi. A questo proposito, come scrive il Ministero della salute nel documento proposto alla Conferenza Stato-Regioni e da questa approvato, “è da tener conto, anche, che l’indisponibilità di vaccini in vendita nelle farmacie per le persone che desiderano evitare la malattia influenzale e che non appartengono a categorie a rischio, potrebbe indurre allarme sociale e vanificare gli sforzi di sensibilizzare la popolazione sull’importanza della vaccinazione quale strumento efficace di prevenzione, lanciando un messaggio contradditorio”.
A fronte di questa affermazione, stupisce che la Conferenza Stato-Regioni abbia deciso di destinare alle farmacie una quota minima pari solo    all’1,5% delle dosi totali, ben lontana da quella auspicata nello stesso documento.
Ci aspettiamo quindi che, in occasione del prossimo incontro presso il Ministero della salute, previsto per il 16 settembre, si trovino fin da subito soluzioni per permettere di rimodulare questa quota minima e di avvicinarsi al fabbisogno reale dei cittadini non inclusi nelle fasce a rischio, che anche il Ministero della salute, nello stesso documento, afferma aggirarsi tra il 3 e il 10% delle dosi acquisite dalle Regioni.
Mai come quest’anno la vaccinazione antinfluenzale assume un valore fondamentale per tutta la popolazione, sia per i soggetti identificati come a rischio sia per i soggetti attivi, come sostenuto da tutta la comunità medico-scientifica.
Per questo motivo, fin dal mese di luglio FOFI, Federfarma e Assofarm avevano segnalato la necessità di trovare una soluzione alla possibile carenza di vaccini antinfluenzali nelle farmacie. Declinano, quindi, qualsiasi responsabilità in ordine a eventuali difficoltà che potrebbero avere i cittadini nel rifornirsi dei vaccini, qualora non venisse incrementata la quota al momento destinata alle farmacie, ferma restando la copertura vaccinale per i soggetti fragili e a rischio.

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