Tamponi in autodiagnosi. Federfarma interviene sui rischi di mancata tracciabilità

Federfarma ha reso noto che a partire dalla prima settimana di maggio sarà in commercio un test rapido per l’autodiagnosi del coronavirus che il cittadino potrà effettuare in piena autonomia, senza tracciarne il risultato. Ciò, secondo la Federazione, potrebbe comportare un rilevante fattore di rischio a detrimento della tutela della salute pubblica.

A tal proposito, Federfarma ha invitato il ministero della Salute a ribadire l’importanza della tracciatura degli esiti dei test di autodiagnosi, al fine di non vanificare i risultati sino ad ora ottenuti nell’accuratezza del monitoraggio finalizzata alla lotta contro il Covid-19, dando nel contempo disponibilità a fornire gli eventuali supporti che potranno essere messi a disposizione dalle farmacie per conciliare le criticità rappresentate.

L’impiego di test diagnostici è di decisiva importanza per la gestione della pandemia ma la sua efficacia è strettamente connessa alla tracciatura degli esiti, all’attendibilità dei risultati e all’accuratezza di esecuzione di tali test. Da qui derivano i rischi, evidenziati da Federfarma, di consentire la commercializzazione di tamponi antigenici rapidi nasali in autodiagnosi.

In merito, evidenzia la Federazione, si è recentemente pronunciato anche il Consiglio di Stato con un’Ordinanza in cui rileva che “l’inevitabile incertezza che può derivare da un test anti-Covid effettuato dallo stesso paziente… può comportare gravi rischi per la salute e la sicurezza pubblica”.

Federfarma ha sempre sostenuto e ribadito la necessità della tracciatura di questo tipo di test e di indagini, in quanto solo garantendo il monitoraggio di tali esami mediante inserimento dei risultati nelle relative piattaforme informatiche regionali si può fornire un reale servizio non solo al singolo cittadino ma soprattutto all’intera collettività e alle istituzioni, conclude il comunicato.

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