Schito: “Riforme lungimiranti e pragmatiche per sfruttare meglio il potenziale delle farmacie”

In relazione all’importante contributo fornito dai farmacisti nel periodo pandemico, il Segretario Generale di Assofarm Francesco Schito, si è detto poco sorpreso dai dati che emergono dall’indagine “Il ruolo del farmacista e delle farmacie: verifica della reputazione e del percepito d’immagine”, realizzata da Ipsos Healthcare e Corporate Reputation per la Federazione Italiana Ordine dei Farmacisti.

“Dal punto di vista metodologico – ha dichiarato Schito- la ricerca ha il grande merito di essere stata condotta su chi sta davanti e dietro il banco farmaceutico, permettendo così utilissimi raffronti tra le posizioni tanto dei cittadini quanto dei farmacisti.
E grazie a questa impostazione dei lavori, sono davvero tanti gli elementi importanti emersi da questo studio”.

Una percezione differente circa il ruolo del farmacista sembra essere confermata dai cittadini intervistati da Ipsos. Quasi l’80% di essi esprime fiducia nei farmacisti e li apprezza soprattutto per la loro reperibilità, disponibilità e competenza. Probabilmente per questa ragione il 93% degli italiani instaura una relazione fidelizzata con una specifica farmacia del proprio territorio. Nel complesso quindi, dalla pandemia in poi molti cittadini hanno migliorato la considerazione per la Farmacia e oggi la considerano sempre più un soggetto di pubblica utilità.

Riguardo al futuro, invece, desideri di opinione pubblica e farmacisti concordano sullo sviluppo dei servizi in farmacia. Ma differiscono in parte su quali servizi puntare primariamente.
Particolarmente interessante, lato cittadini, il desiderio di trovare in farmacia un “hub vaccinale”. Tra i farmacisti aumenta invece l’interesse per l’assistenza infermieristica, la telemedicina e il deblistering.
Tutto questo però a patto di un aumento di organico e di una riorganizzazione degli spazi. Ed è proprio a seguito di queste ultime considerazioni che buona parte dei farmacisti è indecisa riguardo una maggiore diffusione dei vaccini in farmacia.

“A rileggerle nel loro insieme – prosegue Schito – queste informazioni ci restituiscono un quadro della situazione ben decifrabile. I farmacisti italiani stanno vivendo con impegno quei cambiamenti che hanno a lungo invocato e che il Covid ha forzatamente stimolato nella Sanità Italiana. Un impegno che, nel giudizio dei suoi utenti, sta producendo risultati davvero lusinghieri.
Se però i tempi e le dinamiche di questo cambiamento saranno più vivaci sul lato della domanda (i cittadini) che dall’offerta (le istituzioni sanitarie e le riforme normative), le farmacie si troverebbero a rincorrere affannosamente una situazione che invece andrebbe anticipatamente programmata e preparata. Il perdurare di questo stato delle cose rischierebbe di produrre farmacie restie ad attivare servizi che non sono sicure di poter erogare efficientemente, e di fronte ad esse cittadini delusi per servizi che vorrebbero e che non trovano.
Le istituzioni – conclude Schito -dovrebbero invece interpretare il contesto attuale con coraggio e intraprendenza. Le aspettative dell’opinione pubblica da un lato, reputazione e competenze acquisite dalle farmacie dall’altro, dovrebbero essere amalgamate insieme grazie a riforme tanto lungimiranti negli investimenti quanto pragmatiche nelle disposizioni.
Senza questo cambio di passo, strategico e non solo operativo, la Sanità italiana non riuscirà mai a sfruttare pienamente il potenziale delle farmacie di cui la ricerca Ipsos ha dato l’ennesima conferma”.

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