Banco Farmaceutico. Povertà sanitaria: 434.000 persone non hanno potuto acquistare medicinali

Nel 2020, 434.000 persone povere non hanno potuto acquistare i medicinali di cui avevano bisogno per ragioni economiche. La richiesta di medicinali da parte degli enti assistenziali che si prendono cura di loro riguarda soprattutto farmaci per il tratto alimentare, per il sistema nervoso, per le malattie metaboliche, per il sistema muscolo-scheletrico e per l’apparato respiratorio. Servono, inoltre, presidi medici e integratori alimentari.

È quanto rileva l’VIII RapportoDonare per curare – Povertà sanitaria e donazione farmaci”, edito da Opsan-Osservatorio sulla Povertà Sanitaria (organo di ricerca di Banco Farmaceutico), i cui dati sono stati presentati oggi in un convegno in diretta streaming promosso da Banco Farmaceutico e Aifa.

Mentre le persone non povere hanno una capacità di spesa pro-capite mensile per le cure mediche di 65 euro – si legge nel rapporto -, le persone povere possono spendere solo 10,15 euro, meno di 1/5 dei non poveri. Le persone non povere, inoltre, possono spendere, in medicinali, 28,18 euro, contro soli 6,38 euro mensili di chi versa in stato di indigenza.

Inoltre, con la pandemia la situazione si è aggravata: le persone povere spendono il 63% del loro budget sanitario mensile per acquistare farmaci da banco e destinano solo 3,77 euro alle altre cure necessarie, prevenzione compresa. Per questo tipo di spese le persone non povere destinano 36,82 euro, cioè 10 volte di più.

“Siamo di fronte ad una situazione particolarmente drammatica quanto inedita – ha dichiarato Sergio Daniotti, presidente del Banco Farmaceutico – tanti enti assistenziali, in tutta Italia, a causa della pandemia, hanno chiuso o ridotto le proprie attività. Pertanto, si stima che almeno 1 povero su 2 non abbia potuto curarsi attraverso gli enti che forniscono gratuitamente cure e medicine e sia rimasto ancor più deprivato della necessaria protezione sociale”.

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