Un nuovo anticorpo monoclonale per combattere la leucemia linfoblastica acuta

Uno studio condotto dall’Università degli Studi ‘Magna Graecia’ di Catanzaro, in collaborazione con il Centro di ricerca Tettamanti di Monza e con vari altri centri italiani e internazionali, ha rilevato che un nuovo anticorpo monoclonale umanizzato è in grado di riconoscere un particolare sottogruppo di leucemia linfoblastica acuta, quella di tipo T, e di attivare la risposta immunitaria dell’organismo per contrastare la malattia.

Lo studio – spiega un comunicato – è stato supportato dall’acceleratore di progetti biotech italiani BiovelocITA, e anche dall’associazione Italiana per la Ricerca sul cancro, dalla Fondazione Alessandro Maria Zancan ONLUS “GrandeAle ONLUS” e da TRANSCAN-2 Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica.

“Diversi anni fa – ha commentato Pierfrancesco Tassone, responsabile dell’Unità di oncologia medica traslazionale dell’Università Magna Graecia di Catanzaro – nei nostri laboratori, abbiamo scoperto un nuovo bersaglio antigenico specificamente espresso da cellule di leucemia acuta di tipo T (T-ALL) e su di esso abbiamo generato un nuovo anticorpo monoclonale umanizzato e un suo derivato ingegnerizzato bi-specifico, chiamato Bispecific T Cell Engager (BTCE), capace di attivare una potente risposta immunitaria citotossica. È un nuovo agente terapeutico molto promettente per il trattamento di leucemie pediatriche e dell’adulto del tipo T meritevole di sviluppo clinico a tempi brevi”.

“Nel caratterizzare l’anticorpo monoclonale, chiamato ahuUmg1, generato nei laboratori dell’università di Catanzaro – riferisce Giuseppe Gaipa, responsabile dell’Unità di Citometria e Terapia molecolare del Centro di ricerca Tettamanti – abbiamo scoperto che quest’ultimo riconosce in modo specifico più dell’80% dei pazienti con un particolare sottotipo di leucemia linfoblastica acuta di tipo T (T-All). Questa proprietà sentinella, una sorta di capacità diagnostica, si associa inoltre a una funzione terapeutica di uccisione delle cellule leucemiche, grazie alla collaborazione dell’anticorpo con le cellule Natural killer presenti nel nostro sistema immunitario”.

“La leucemia linfoblastica acuta – ricorda la nota – è il tumore più frequente in età pediatrica, costituendo in questa fascia di età l’80% delle leucemie e circa il 25% di tutti i tumori diagnosticati tra 0 e 14 anni. La massima incidenza si registra tra i 2 e i 5 anni, per poi calare con l’aumentare dell’età”.

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