Diabete. Canagliflozin riduce danni renali ed eventi cardiovascolari

In Italia, il diabete colpisce circa il 6,34% della popolazione, pari a 3,84 milioni di persone, a cui si aggiunge un altro 2% di persone che hanno il diabete o il pre diabete ma non sanno di averlo e quindi non si curano nè attuano forme di modificazione dello stile di vita.

In Europa, quasi 58 milioni di persone vivono con il diabete di tipo 2. Saliranno a 67 milioni entro il 2045. Se non adeguatamente trattati, i diabetici corrono un rischio maggiore di sviluppare complicanze, tra cui la nefropatia diabetica.

Questa patologia non soltanto può portare all’insufficienza renale terminale, che richiede il ricorso a dialisi o trapianto, ma aumenta il rischio di problemi cardiovascolari (attacco cardiaco, insufficienza cardiaca e ictus) e amplifica quello di infezioni, affaticamento e morte prematura.

La scarsa efficacia delle strategie terapeutiche nel contrastare la progressione del danno renale ha reso necessaria la ricerca di nuovi farmaci e i risultati di un studio denominato Credence offrono nuove opportunità.

La sperimentazione, di fase 3, è stata condotta in più di 4.400 adulti con diabete 2 e malattia renale cronica, in 34 paesi.

I risultati hanno dimostrato che un nuovo farmaco, canagliflozin, riduce il rischio di progressione alla fase terminale della malattia renale e di eventi cardiovascolari con un buon profilo di sicurezza.

“Nel nostro Paese di sono più di 2 milioni di persone con malattia renale – spiega Luca De Nicola, professore associato di nefrologia presso l’Università della Campania L. Vanvitelli – e considerando la popolazione generale adulta abbiamo 650mila soggetti con malattia renale cronica da diabete. Il danno renale avanza in maniera subdola, basta avere anche un albuminuria che il rischio aumenta notevolmente”.

“Oggi con questo farmaco i pazienti diabetici possono prevenire una complicanza su cui finora non si era riusciti a intervenire” ha sottolineato De Nicola.

“Le terapie finora disponibili – evidenzia – riducono del 20% la progressione del danno renale verso la dialisi, ma lasciano ad alto rischio ben il 40-50% dei pazienti trattati. Questo nuovo farmaco garantisce una protezione decisamente più efficace ai pazienti con nefropatia diabetica. La somministrazione di 1 compressa da 100 mg al giorno, in aggiunta ai farmaci nefroprotettivi di uso comune, riduce più del 30% il rischio di progressione renale”.

Inoltre, “ si tratta un cardioprotettivo con una riduzione di circa il 40% dell’incidenza di scompenso cardiaco, la complicanza cardiovascolare più importante nel paziente diabetico. La terapia è anche più facilmente tollerabile: ci sono minori effetti collaterali nel gruppo trattato con questo approccio terapeutico rispetto al gruppo sottoposto alla cura tradizionale”, conclude De Nicola.

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