Covid. Un farmaco antiparassitario potrebbe bloccare il danno polmonare

Uno studio condotto da un team di ricercatori del King’s College di Londra, insieme all’Università degli studi di Trieste e del Centro di ingegneria genetica e biotecnologie (Icgeb) di Trieste ha dimostrato che un farmaco antiparassitario, chiamato niclosamide, solitamente usato per trattare le infezioni intestinali, potrebbe rivelarsi un grande alleato dei polmoni nella lotta al coronavirus.

La Niclosamide è un farmaco sintetizzato negli anni ’70 del secolo scorso e usato a partire dal 1982 per la terapia delle infezioni intestinali dovute alla tenia.

La sua identificazione è stata possibile tramite lo screening di oltre 3.000 farmaci già approvati. I ricercatori hanno osservato che la niclosamide era efficace nel fermare sia la replicazione virale sia la fusione delle cellule polmonari osservate nei pazienti con Covid-19.

Queste cellule anomale sono generate dalla capacità della proteina Spike del coronavirus di stimolare la fusione tra le cellule infettate e le cellule vicine. Stimolati da queste osservazioni, i ricercatori hanno ora scoperto il meccanismo che consente la fusione delle cellule e trovato un farmaco in grado di bloccare questo processo.

“Le nostre ricerche mostrano come Spike attivi una famiglia di proteine della cellula, TMEM16, indispensabili per la fusione cellulare. Questo meccanismo è anche alla base dell’attivazione delle piastrine e potrebbe quindi anche spiegare perché il 70% dei pazienti con Covid-19 grave sviluppa una trombosi – ha spiegato Giacca, coordinatore dello studio – e ora sappiamo che c’è almeno un farmaco, la Niclosamide, in grado di bloccare questo meccanismo”.

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