Assofarm. Schito: l’e-commerce farmaceutico potrebbe essere solo un miraggio
In un editoriale, Francesco Schito, segretario generale di Assofarm, fa un’attenta analisi sull’e-commerce farmaceutico e sull’interesse che ha suscitato negli ultimi anni, ovvero dopo l’entrata in vigore del d.lgs 17/2014.
“Da tempo – afferma Schito – le farmacie comunali italiane guardano con interesse il commercio elettronico dei farmaci. Interesse non è certo sinonimo di appoggio incondizionato e acritico, quanto piuttosto volontà di confronto senza pregiudizi ed ostruzionismi corporativi. Atteggiamenti, questi ultimi, che alla farmacia non hanno mai portato grande fortuna”.
“Secondo i dati – evidenzia il segretario Assofarm – dal 2012 al 2017 il mercato dei farmaci UE ha registrato un +4,1% di crescita media, dal 2017 al 2022 si attende una crescita media mondiale del 4,6%, che porterà il fatturato globale a superare i 1.400 miliardi di dollari. “Ma l’Italia – osserva il dirigente – già oggi è quella che riserva alle farmacie una quota di distribuzione minore in assoluto: appena il 40% del valore distribuito ai cittadini. La farmacia europea, insomma, perde terreno, ma quella italiana ne ha già perso tantissimo. Altri dati arrivano da quello che a tutti gli effetti deve essere considerato sempre più un terzo e nuovo canale distributivo”.
“Dal 2014 ad oggi, appena quattro anni – continua – il commercio elettronico di prodotti e servizi rivolti al consumatore finale ha quasi triplicato il suo fatturato. Di fronte a queste analisi e prospettive, alcune farmacie o aziende proprietarie di farmacie comunali o private potrebbero vedere nell’e-commerce un’oasi di ritrovato benessere dopo il deserto degli ultimi anni. Noi temiamo che potrebbe essere un miraggio, quantomeno se il digitale non verrà affrontato nella maniera giusta, in quanto non bisogna sottovalutare l’impegno che richiede entrare in un mondo nuovo che ha regole del gioco sue, fortemente competitivo, che richiede capacità di fare rete e investimenti”.
A tutto ciò Assofarm aggiunge la perplessità sulla tenuta relazionale farmacista-paziente nel contesto online. “Le farmacie sociali hanno profuso grande impegno nel dimostrare e valorizzare questa relazione. Abbiamo promosso la pharmaceutical care e la medication review – aggiunge Schito – abbiamo studiato modelli di successo come il farmacista di riferimento del Belgio, abbiamo lavorato su nuovi sistemi di remunerazione che offrissero sostenibilità a queste riforme.
L’elemento comune a questa imponente massa di proposte è uno: la relazione diretta, fisica, continuativa nel tempo e per questo fiduciaria, tra le competenze professionali del farmacista e il paziente rappresenta l’unicum sanitario della farmacia, e conseguentemente il suo reale vantaggio competitivo rispetto a chiunque altro possa provare a distribuire farmaci”. “Abbiamo lavorato duramente per affermare questa posizione, lo abbiamo fatto noi di Assofarm in Italia e lo hanno fatto i nostri colleghi della UEFS ognuno nei propri contesti nazionali. È giusto, sulla scorta dello straordinario successo economico ottenuto dall’e-commerce, buttarsi su una strada che potrebbe contraddire quanto abbiamo sostenuto con forza fino a ieri? Oppure sarebbe più corretto far dialogare le nostre posizioni con le strategie, le pratiche e le leggi di questo nuovo canale? La nostra sensazione è che le risposte a queste domande siano questione vitale per il futuro della farmacia”, conclude Schito.