Antibiotici. Parlamento europeo approva limitazione uso per combattere la resistenza

L’europarlamento ha approvato una risoluzione non vincolante sulla resistenza agli antibiotici, che chiede ulteriori misure per limitare l’uso di questi farmaci quando non necessario. Il testo approvato sposa l’approccio ‘One Health’, che riconosce il legame tra salute umana e animale nel dilagare del fenomeno dell’antibiotico-resistenza e su cui si basa anche il piano d’azione sul tema varato nel 2017 dalla Commissione europea. Nel testo, si chiede all’Esecutivo Ue e agli Stati membri di limitare la vendita di antibiotici sia per la salute umana che animale eliminando qualsiasi incentivo finanziario, stimolare lo sviluppo di nuovi farmaci. L’ultimo allarme sul tema dell’antibiotico resistenza è stato lanciato proprio dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare insieme al Centro europeo di prevenzione delle malattie e sottolinea come in Europa continui ad aumentare la resistenza agli antimicrobici da parte di alcuni batteri presenti nell’uomo, negli animali e nei cibi. Il rischio, sempre più concreto, è che appunto non si riescano a curare le infezioni alimentari gravi come la campilobatteriosi o la salmonellosi. Si stima che ogni anno nell’Unione europea le infezioni causate da batteri antibiotico-resistenti provochino circa 25 mila decessi. Il problema della resistenza agli antibiotici è diventato una vera e propria priorità di sanità pubblica a livello mondiale, non soltanto per le importanti implicazioni cliniche, ma anche per la ricaduta economica delle infezioni da batteri antibiotico-resistenti, dovuta al costo aggiuntivo richiesto per l’impiego di farmaci e di procedure più costose, per l’allungamento delle degenze in ospedale e per eventuali invalidità. Negli ultimi anni, questo fenomeno sta aumentando notevolmente e rende necessaria una valutazione dell’impatto in sanità pubblica, specifica per patogeno, per antibiotico e per area geografica. Ogni microrganismo è infatti causa di malattie di severità e incidenza diversa e nei suoi confronti possono essere disponibili pochi o molti chemioterapici efficaci o anche altre forme di prevenzione primaria come la vaccinazione.

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