Bronchiolite. Anticorpo monoclonale dimezza i ricoveri di bambini sotto i sei mesi

Uno studio europeo che ha visto coinvolti esperti dell’Università Cattolica, campus di Roma – Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS insieme a una rete di scienziati e clinici inglesi e spagnoli, ha dimostrato che una singola somministrazione dell’anticorpo monoclonale nirsevimab può dimezzare i ricoveri per bronchiolite, malattia che può causare insufficienza respiratoria tra i bimbi sotto i sei mesi di vita.

La bronchiolite è un’infezione virale acuta che colpisce il sistema respiratorio dei bambini di età inferiore ad un anno soprattutto nei primi 6 mesi di vita con maggiore frequenza tra novembre e marzo. Il microrganismo infettivo più coinvolto, in 3 casi su 4 circa, è il virus respiratorio sinciziale ma anche altri virus possono esserne la causa, metapneumovirus, coronavirus, rinovirus, adenovirus, virus influenzali e parainfluenzali. L’infezione è conseguenza di una trasmissione che avviene primariamente per contatto diretto con le secrezioni infette.

I dati, raccolti da 68 ospedali catalani e da cinque ospedali nel Regno Unito e in Italia, mostrano un risultato chiaro: nei bambini sotto i 6 mesi in Catalogna, i ricoveri per bronchiolite si sono quasi dimezzati rispetto alla media delle stagioni precedenti. Anche gli accessi in pronto soccorso per la stessa fascia d’età si sono ridotti sensibilmente. Al contrario, nessuna riduzione significativa è stata registrata negli altri centri europei dove il nirsevimab non era stato somministrato.

L’effetto del farmaco è stato meno evidente nei bambini più grandi (tra 6 e 23 mesi), suggerendo che l’efficacia maggiore si concentra nei primi mesi di vita. Gli autori sottolineano inoltre la necessità di studi più ampi e coordinati a livello internazionale, anche per valutare la sostenibilità economica dell’introduzione del nirsevimab su larga scala.

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