La combinazione di anticorpi tixagevimab e cilgavimab protegge dal covid per più di sei mesi
I risultati completi dello studio di profilassi pre-esposizione di fase III PROVENT hanno dimostrato che la combinazione di anticorpi tixagevimab e cilgavimab di AstraZeneca è in grado di ridurre il rischio di sviluppare il COVID-19 sintomatico del 77% nell’analisi primaria e dell’83% nell’analisi di follow-up a sei mesi, rispetto al placebo. Non ci sono stati casi di malattia grave o decessi correlati al COVID-19 nel gruppo con tixagevimab e cilgavimab durante il follow-up a sei mesi.
Al basale, più del 75% dei partecipanti allo studio PROVENT aveva co-morbidità che li collocavano tra i soggetti a elevato rischio di sviluppare una forma grave di COVID-19 se si fossero infettati, comprese le persone immuno-compromsse e coloro che possono presentare una risposta immunitaria inadeguata alla vaccinazione, come ad esempio le persone affette da leucemia linfatica cronica o con immunodeficienze primitive o acquisite, i trapiantati sottoposti a trattamenti immunosoppressivi.
Ulteriori dati di farmacocinetica hanno mostrato che le concentrazioni di tixagevimab e cilgavimab sono rimaste elevate nel siero per sei mesi dopo la somministrazione, a supporto del fatto che una singola dose potrebbe fornire una protezione a lungo termine contro il COVID-19 per almeno sei mesi.
Tixagevimab e cilgavimab, sono una combinazione di due anticorpi a lunga durata d’azione – tixagevimab (AZD8895) e cilgavimab (AZD1061) – derivati da cellule B donate da individui precedentemente infettati dal virus SARS-CoV-2. Scoperti dal Vanderbilt University Medical Center e concessi in licenza ad AstraZeneca nel giugno 2020, gli anticorpi monoclonali umani si legano a siti distinti sulla proteina spike della SARS-CoV-29 e sono stati ottimizzati da AstraZeneca con estensione dell’emivita e riduzione del legame con il recettore Fc e il complemento C1q.
L’estensione dell’emivita triplica la durata della sua azione rispetto agli anticorpi convenzionali; i dati del trial PROVENT di fase III mostrano una protezione che dura almeno sei mesi. Il ridotto legame al recettore Fc mira a minimizzare il rischio di un potenziamento della malattia dipendente dagli anticorpi – un fenomeno in cui gli anticorpi specifici del virus promuovono, piuttosto che inibire, l’infezione e/o la malattia.
Esiste un numero crescente di evidenze provenienti da molteplici studi indipendenti in vitro e in vivo (modelli animali) che supportano il potenziale di tixagevimab e cilgavimab nel proteggere contro le sottovarianti BA.1, BA.1.1 e BA.2 Omicron SARS-CoV-2. I dati della Washington University School of Medicine hanno dimostrato che tixagevimab e cilgavimab hanno mantenuto un’attività neutralizzante contro la sottovariante altamente trasmissibile BA.2, che è attualmente il ceppo dominante a livello globale.
Questo studio ha anche dimostrato che E tixagevimab e cilgavimab hanno ridotto la carica virale e limitato l’infiammazione nei polmoni (in vivo) in tutte le varianti Omicron.