BPCO: arriva un farmaco in formulazione extrafine somministrato con il dispositivo NEXThaler

L’azienda farmaceutica Chiesi ha annunciato che è stata approvata la rimborsabilità in Italia della tripla associazione fissa beclometasone dipropionato/ formoterolo fumarato diidrato/ glicopirronio in formulazione extrafine, in un unico inalatore a polvere secca (dry powder inhaler, DPI), indicata come terapia di mantenimento in pazienti adulti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) da moderata a grave.

A seguito dell’approvazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco, la tripla terapia di Chiesi in combinazione fissa di un corticosteroide inalatorio (ICS), un β2 agonista a lunga durata d’azione (LABA) e un antagonista muscarinico a lunga durata d’azione (LAMA) da oggi è disponibile anche come polvere inalatoria, somministrata tramite dispositivo NEXThaler, che si affianca alla formulazione spray predosato (pressurised metered dose inhaler, pMDI), offrendo così ai pazienti e ai medici la possibilità di personalizzare la scelta dell’inalatore per una combinazione ottimale farmaco/dispositivo, a beneficio dell’efficacia della cura e di una maggiore aderenza alla terapia, tra le principali sfide nel trattamento della patologia.

La BPCO è una malattia polmonare progressiva caratterizzata da un’ostruzione cronica delle vie aeree che interferisce con la normale respirazione. In Italia interessa il 3,1% della popolazione, con un trend in crescita negli ultimi dieci anni (nel 2010 la prevalenza era del 2,8%)1. Per le sue caratteristiche, la BPCO va trattata con regolarità, al fine di ridurre l’impatto della malattia sulla vita quotidiana e di evitare peggioramenti improvvisi dei sintomi (riacutizzazioni), che possono rendere necessario il ricovero in ospedale e avere esiti fatali. Ogni anno in Europa si registrano 300.000 decessi per BPCO2, che rappresenta la terza causa di morte nel mondo3.

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