Vasculiti: approvato il primo farmaco orale che “spegne” l’infiammazione nelle forme più rare e aiuta a prevenire la dialisi
Si aggiunge una nuova arma nella lotta a due forme rare di vasculite, le cosiddette ‘ANCA-associate’ (AAV): la granulomatosi severa con poliangioite (GPA) e la poliangioite microscopica (MPA).
Si tratta di avacopan, il primo farmaco orale che, in combinazione con rituximab o ciclofosfamide, è in grado di ridurre l’utilizzo di steroidi per “spegnere” l’infiammazione dei piccoli e medi vasi sanguigni, aiutando anche a prevenire o almeno ritardare la dialisi.
Il farmaco è rimborsabile da oggi. Nelle persone colpite da vasculiti ANCA-associate – sono circa 13-20 per milione di abitanti ogni anno – i vasi sanguigni di piccolo calibro vengono danneggiati da un processo di infiammazione che può comportare danni a reni, polmoni, pelle, cuore, occhi, apparato otorinolaringoiatrico, distretto gastrointestinale e sistema nervoso. Come definito dal nome, sono patologie associate ad anticorpi anti-citoplasma dei neutrofili (ANCA): normalmente prodotti dal nostro sistema immunitario, questi anticorpi possono attaccare specifiche proteine di un sottogruppo di globuli bianchi, provocando infiammazione vascolare. Si tratta di patologie che hanno un forte impatto fisico e possono anche incidere negativamente sulla vita quotidiana anche dal punto psicologico ed emotivo: dolore, depressione, spossatezza, isolamento e astenia sono solo alcune delle problematiche riferite dai pazienti.
La GPA è caratterizzata da sintomi che coinvolgono prevalentemente l’area del viso-cranio, mentre la MPA manifesta problematiche a livello polmonare e renale, oltre a neuropatia.
Per questo l’introduzione di una terapia specifica e mirata con avacopan, è stata accolta con entusiasmo dalla comunità scientifica. Il nuovo farmaco, infatti, blocca il recettore di una proteina presente nel sangue (denominata complemento 5a o C5a) che fa parte del sistema immunitario. Quando si lega al proprio recettore, il C5a attiva le cellule immunitarie chiamate neutrofili, che contribuiscono all’infiammazione dei piccoli vasi sanguigni nella GPA e nell’MPA.
Bloccando il recettore per il C5a, avacopan riduce l’infiammazione dei vasi sanguigni e attenua così i sintomi della malattia.
“Le vasculiti ANCA-associate rappresentano una sfida significativa per i pazienti, con rischi elevati di complicazioni, particolarmente nel primo anno di terapia, legate alla malattia e alle terapie immunodepressive – afferma il Prof. Carlo Salvarani, Direttore della SC di Reumatologia, Ospedale IRCCS S. Maria Nuova di Reggio Emilia -. La disponibilità di avacopan offre una nuova prospettiva nel trattamento di questa patologia”, aggiunge il prof. Salvarani.
“La compromissione renale è presente nei 2/3 dei pazienti con AAV alla diagnosi – afferma il Prof. Federico Alberici, Direttore della UO di Nefrologia, Direttore della Scuola di Specializzazione in Nefrologia, Università degli Studi di Brescia, ASST Spedali Civili – e può avere conseguenze gravi. Con avacopan si è osservato un miglioramento del filtrato glomerulare che continua per tutto il periodo di trattamento di 12 mesi ed è stato particolarmente evidente tra 6 e 12 mesi”.
Avacopan ha ricevuto approvazione UE nel gennaio 2022 sulla base di un programma di sviluppo culminato nei risultati dello studio clinico di fase III ADVOCATE, condotto su 331 pazienti con Vasculite ANCA-associata in 20 Paesi, che confrontava avacopan con uno schema di riduzione del prednisone in pazienti trattati contemporaneamente con farmaci immunosoppressori. Lo studio ha raggiunto l’obiettivo primario della remissione di malattia dopo 26 settimane e della remissione sostenuta alla 52esima settimana, come valutato dal Birmingham Vasculitis Activity Score (BVAS). Avacopan ha dimostrato la sua superiorità sullo standard of care alla 52esima settimana.