Tumore al seno. Sacituzumab govitecan migliora la sopravvivenza libera da progressione rispetto alla chemioterapia
Passi avanti nel trattamento di prima linea del carcinoma mammario triplo negativo, uno dei più difficili da curare. I risultati dello studio clinico internazionale di fase 3 ASCENT-04/KEYNOTE-D19 dimostrano che il trattamento con l’anticorpo farmaco-coniugato sacituzumab govitecan e pembrolizumab può aiutare le pazienti con tumore del seno triplo negativo non resecabile, localmente avanzato o metastatico PD-L1 positivo a vivere più a lungo, senza progressione di malattia, rispetto alla chemioterapia più pembrolizumab, attuale standard di cura.
Lo studio è stato presentato al Congresso 2025 dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO). Al follow-up mediano di 14 mesi, le pazienti trattate con sacituzumab govitecan e pembrolizumab hanno presentato una sopravvivenza libera da progressione di 11,2 mesi rispetto a 7,8 mesi nel braccio con chemioterapia e pembrolizumab.
Le pazienti trattate con sacituzumab govitecan e pembrolizumab hanno evidenziato un rischio di progressione del tumore inferiore del 35% rispetto alla chemioterapia e pembrolizumab. La durata mediana della risposta è stata pari a 16,5 mesi nel braccio con sacituzumab govitecan e pembrolizumab rispetto a 9,2 mesi in quello con chemioterapia e pembrolizumab.
Sacituzumab govitecan è un farmaco innovativo che sfrutta la capacità di un anticorpo di raggiungere un bersaglio specifico sulle cellule tumorali, portando con sé un potente chemioterapico. Questo permette da una parte di ottenere l’effetto antitumorale, dall’altra di ridurre la tossicità legata all’esposizione delle cellule normali.
Lo studio ASCENT-04/KEYNOTE-D19 ha dimostrato l’efficacia della combinazione di sacituzumab govitecan con pembrolizumab, un farmaco immunoterapico, in prima linea nella malattia avanzata PD-L1 positiva, con miglior controllo della malattia e tollerabilità rispetto allo standard di cura, costituito dalla chemioterapia più pembrolizumab.
“Nel 2024, in Italia, sono state stimate quasi 53.700 nuove diagnosi di tumore del seno, il più frequente in tutta la popolazione – spiega Francesco Perrone, Presidente AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) -. Circa il 15% dei casi è caratterizzato da un fenotipo triplo negativo, cioè privo di espressione dei recettori ormonali e del recettore 2 del fattore di crescita epidermico umano (HER2). Questo tipo di tumore della mammella non risponde alla terapia ormonale e ai farmaci che hanno come bersaglio HER2. È quindi una forma aggressiva di tumore della mammella che colpisce spesso donne giovani che si trovano nel pieno della loro vita familiare e professionale, come madri, mogli e lavoratici. E, in questi casi, la malattia ha un impatto profondo sull’intera famiglia”.
“La tradizionale chemioterapia per molti anni è stata lo standard di cura per il trattamento di prima linea della malattia metastatica. Da qui la necessità di opzioni terapeutiche innovative che garantiscano quantità e qualità di vita. Negli ultimi anni, lo scenario è cambiato grazie all’introduzione di nuove molecole, in particolare l’immunoterapia e gli anticorpi farmaco coniugati, che hanno permesso di migliorare significativamente la prognosi di questa popolazione di pazienti”, conclude Perrone.