Terapie CAR-T: al Sant’Orsola trattati 240 pazienti e in arrivo la prima cell factory regionale
Eccellenza riconosciuta a livello nazionale e internazionale per la cura dei tumori del sangue, l’Ematologia bolognese si riconferma all’avanguardia. L’Istituto del Policlinico di Sant’Orsola Irccs intitolato a ‘Lorenzo e Ariosto Seràgnoli’ abbraccia la grande eredità dell’ematologo Sante Tura, proseguendo il cammino da lui tracciato, come generatore di ricerca clinica e somministrazione di terapia cellulare Car-T, la frontiera più innovativa e promettente nella lotta ai tumori del sangue.
L’Istituto di Ematologia ‘L. e A. Seràgnoli’ Irccs Azienda ospedaliero-universitaria di Bologna – riporta una nota – è capofila nell’utilizzo delle terapie Car-T in Italia con 240 pazienti trattati (190 linfomi, 46 mielomi e 4 leucemie acute linfoblastiche) e con più di 240 trial clinici, di cui un terzo sui linfomi, con farmaci sperimentali di fase 1, fase 2 e fase 3. Inoltre, nel centro è quasi ultimata la cell factory per la produzione accademica di nuove terapie cellulari avanzate. ”
“Quando siamo partiti, più di 5 anni fa, i Centri Car-T autorizzati alla somministrazione di queste terapie cellulari erano non più di 5-6: ad oggi sono oltre 40 – afferma Pier Luigi Zinzani, professore di Ematologia Alma Mater Studiorum, università di Bologna, direttore Istituto di Ematologia ‘L. e A. Seràgnoli’ e presidente Sie – Noi siamo stati capofila nell’utilizzo delle Car-T. Oltre il 40% dei pazienti che vediamo proviene da fuori regione e questo perché da molti anni siamo il centro in Italia con il maggior numero di trial clinici di farmaci sperimentali di fase 1, 2 e 3, per cui diamo la possibilità, soprattutto a quei pazienti che non rispondono alle terapie convenzionali, di poter essere trattati con farmaci innovativi sperimentali”.
“L’Ematologia bolognese – aggiunge Zinzani – è cresciuta nel tempo in maniera esponenziale nell’ambito della ricerca clinici innovativa, assistenziale e anche nella ricerca pura, ma questo è dovuto al lavoro del professor Sante Tura che, insieme al professor Franco Mandelli, rappresentano gli indiscussi padri fondatori della moderna ematologia italiana. Due personaggi a tutto spessore, due grandi profili di medico, due visionari che erano già nel futuro quando gli altri erano ancora nel presente. Ho ritenuto giusto e doveroso dedicare alla memoria del professor Sante Tura l’Hematology Summit, per ricordare la sua mitica figura, il segno che ha lasciato, la sua forza, la sua visione lungimirante”.
In questi ultimi 5 anni si è allungato l’elenco delle Car-T indicate in alcuni tumori del sangue: ad oggi sono più di 11 e stanno partendo studi di fase 1 per la seconda generazione di Car-T autologhe, quelle che vengono prodotte con i linfociti T del paziente stesso – prosegue la nota – ma sono in corso anche diversi studi per la produzione di Car-T allogeniche, prodotte da donatori sani o da cellule staminali pluripotenti. Ancora molto resta da fare: allargare le indicazioni, anticipare l’utilizzo nelle prime linee, diminuire la tossicità, accorciare i tempi di produzione e di ricovero, aumentare la potenza e la durata a dosi più basse, ridurre i costi di produzione e di manifacturing.
In questo complesso e avvincente scenario si inserisce il progetto del Sant’Orsola di realizzare una cell factory, la prima in Emilia Romagna, per la produzione di Car-T accademiche, ovvero prodotte in ambito ospedaliero/universitario a scopo no profit e all’interno di studi clinici.