Oms: ridurre il prezzo dei farmaci e promuovere l’uso di licenze obbligatorie

L’Organizzazione mondiale della sanità per arginare il problema della povertà sanitaria ha invitato i governi a fare uso delle licenze obbligatorie: la pratica che consente di copiare una cura protetta da brevetto per immettere sul mercato un farmaco più economico.

Il fine è lodevole, ma lo strumento attenta ai fondamentali diritti di proprietà e minaccia l’innovazione. È quanto riporta il quotidiano il sole 24 ore, in una analisi firmata da Pietro Paganini.

Il brevetto che tutela i farmaci più innovativi non è la causa del difficile accesso alle cure. Lo dimostra il fatto che i governi faticano a trovare la soluzione che richiede evidentemente un costante lavoro di riforme e investimenti che devono necessariamente seguire le trasformazioni economiche e sociali.

Al contrario, i brevetti sono uno dei fattori che favoriscono l’innovazione, e quindi lo sviluppo di nuove cure.

Secondo Paganini, inoltre, la scelta di promuovere l’uso delle licenze obbligatorie è affrettata ed emotiva. Risponde forse, alla frustrazione di non trovare la soluzione perfetta per migliorare le condizioni di salute dei cittadini del mondo.

Il ricorso a questo strumento ha senso per situazioni di emergenza sanitaria, quando vi è urgenza di reperire in poco tempo grosse quantità di un medicinale. Estenderne l’uso nella speranza di ridurre i costi serve soltanto a rassicurare gli animi.

Nell’era della globalizzazione in cui le industrie basate sulla conoscenza costituiscono il fondamento delle economie di maggior successo, i diritti di proprietà intellettuale devono essere considerati istituzioni di mercato fondamentali, insieme ai diritti di proprietà fisica.

Questa tendenza dell’Oms a interferire ideologicamente con le attività dei governi è pericolosa poiché insegue le vie più facili che poi sono quelle che limitano le nostre libertà soggettive e oggettive per imporre precisi comportamenti, conclude Paganini.

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