Medici veterinari a Draghi: No al divieto di usare antibiotici, a rischio animali e persone

“La presente comunicazione a nome della Federazione Nazionale degli Ordini Veterinari Italiani, per segnalare una vicenda istituzionale che potrebbe mettere in pericolo la sopravvivenza di molti animali sia nel comparto zootecnico che in quello degli animali da compagnia e che, di riflesso, potrebbe minare la sicurezza alimentare e la salute dei cittadini italiani ed europei”.

Inizia così il testo di una lettera del Presidente della FNOVI, Gaetano Penocchio, indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri, Prof. Mario Draghi, il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ed al Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli.

Il regolamento europeo – prosegue la nota della FNOVI – sui medicinali veterinari 2019/6 è stato adottato due anni fa. Gli Stati membri e il Parlamento europeo dovranno esprimersi per determinare quali antibiotici saranno riservati all’uomo e quindi vietati alla medicina veterinaria sulla base della proposta di atto delegato della Commissione Europea del 26 maggio 2021 in merito alla definizione di criteri per la designazione degli antimicrobici che devono essere riservati al trattamento di determinate infezioni nell’uomo (C/2021/3552).

Il contrasto dell’AMR non può quindi essere legato ad un mero divieto di utilizzo degli antibiotici, in quanto deve basarsi su una scientifica razionalizzazione del loro utilizzo, sia nell’uomo che negli animali. Vietare gli antibiotici esclusivamente nella medicina veterinaria non potrà arrestare la diffusione dell’AMR nell’uomo.

Gli antibiotici devono essere impiegati a tutela della salute e del benessere animale, nonché a tutela della salute pubblica nel contrasto dell’AMR e delle zoonosi; negli ultimi anni i dati dimostrano una diminuzione di oltre il 30 % dell’utilizzo degli antibiotici in medicina veterinaria con una tendenza verso una continua diminuzione, in alcune specie animali, anche per oltre il 70%.

Un divieto di utilizzo, poco razionale e in assenza di solide basi scientifiche, porterà unicamente a maggiori sofferenze per gli animali, per i quali verranno drasticamente ridotte o azzerate le possibilità di cura delle affezioni sostenute da microrganismi patogeni, un aumento delle patologie negli animali e delle zoonosi con conseguenti rischi per la salute pubblica, producendo minimi effetti sulla diminuzione dei fenomeni di AMR, in quanto le stesse molecole, utilizzate nell’uomo, manterranno nell’ambiente (acque, terreni) i geni di resistenza in grado di diffonderla.

Pur riconoscendo l’AMR quale uno dei maggiori rischi per la salute dell’uomo e degli animali, occorre lavorare costruttivamente affinché cresca la consapevolezza che il controllo del fenomeno dell’AMR non possa prescindere da un approccio “One Health”, promuovendo interventi coordinati in ambito umano, veterinario e dell’ecosistema.

La Fnovi ritiene pertanto necessario sottolineare – conclude la lettera – che l’utilizzo corretto e prudente degli antibiotici è indispensabile per garantire la salute e il benessere degli animali senza ulteriori divieti che limitino le possibilità terapeutiche del medico veterinario, unico interlocutore e professionista cui debba spettare la scelta del farmaco veterinario più idoneo alla cura dell’animale a seguito di visita clinica e relativa diagnosi.

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