M5S. Più trasparenza nei rapporti tra aziende farmaceutiche e medici

Trasparenza nei rapporti tra aziende farmaceutiche e operatori del settore salute. Questo è l’obiettivo della proposta di legge ‘Sunshine Act’, presentata dal Movimento 5 Stelle e che sarà oggetto di discussione in Parlamento nei prossimi mesi. “Grazie a questo provvedimento – ha dichiarato Massimo Baroni, capogruppo M5S della Commissione Affari Sociali – i cittadini possono conoscere i legami d’interesse che, ad esempio, il proprio medico potrebbe avere con un’azienda farmaceutica che fornisce prodotti sanitari. Ma non solo. Il ministero della Salute metterà a disposizione dei cittadini un sito con tutte le donazioni e le relazioni d’interesse tra le aziende e gli operatori della salute che lavorano sul territorio italiano. La conoscenza dei rapporti che intercorrono tra gli operatori del comparto sanità e le industrie del settore è fondamentale per prevenire la corruzione”. “Le aziende farmaceutiche, infatti, dovranno pubblicare tramite il Ministero tutte le relazioni d’interesse, mentre gli operatori della salute dovranno includere in questo processo di trasparenza anche donazioni ricevute da coniugi e parenti. Sono previste dure sanzioni alle industrie inadempienti per dissuadere l’opacità di conflitti d’interessi e rendere pubblica la relazione affinché non siano presenti elementi occulti nei sistemi e nelle relazioni di cura. Il ‘Sunshine Act’ italiano rappresenta un passo in avanti nella lotta ai fenomeni corruttivi nel mondo della Sanità”, conclude Baroni. La proposta si compone di sette articoli e mira a rendere pubbliche tutte le transazioni finanziarie dai 10 euro in su. Inoltre, prevede l’istituzione presso il sito internet istituzionale del Ministero della salute del registro pubblico telematico denominato ‘Sanità trasparente’, liberamente accessibile per la consultazione, provvisto di funzioni che permettano la ricerca e l’estrazione dei dati (disponibili per 5 anni). Le aziende che omettono o forniscono dati falsi, saranno soggette a sanzioni che vanno da 20.000 a 200.000 euro.

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