Legge di Bilancio 2019. Agevolazioni per le piccole farmacie

Un emendamento della Legge di Bilancio 2019 prevede due nuovi tetti di fatturato per l’applicazione dell’esonero e della riduzione degli sconti a carico dei farmacisti in favore del SSN.

Le misure includono l’esonero dallo sconto per le farmacie con fatturato annuo fino a 150.000 euro, mentre per quelle con fatturato superiore ma fino a un tetto di 300.000 euro continueranno a beneficiare della riduzione del 60% già in vigore.

Sono previste inoltre agevolazioni per: farmacie rurali con fatturato annuo, al netto dell’IVA, non superiore a 450.000 euro; farmacie con fatturato annuo, IVA esclusa, non superiore a 300.000 euro.

L’emendamento intende apportare modifiche all’art. 1, comma 40 della legge n. 662/1996, distinguendo la disciplina sugli sconti per le farmacie con fatturato annuo compreso tra 150.000 e 300.000 euro e intende inoltre integrare tale articolo, prevedendo l’esclusione delle farmacie con fatturato annuo fino a 150.000 euro dall’applicazione delle percentuali di sconto operate dal SSN verso le farmacie convenzionate.

La modifica specifica che il calcolo del fatturato annuo va effettuato comprendendo il fatturato per i farmaci ceduti in regime di Ssn; la remunerazione del servizio di distribuzione per conto; il fatturato delle prestazioni di assistenza integrativa e protesica erogati in regime di Ssn e Ssr e le quote di partecipazione alla spesa a carico dell’assistito.

Sono invece escluse dal calcolo del fatturato: l’iva, le trattenute convenzionali e di legge, gli importi trattenuti a titolo di sconto sul prezzo del farmaco nel determinare le somme da rimborsare alle farmacie convenzionate, la quota a carico dei cittadini ai sensi della legge 405/2001 e la remunerazione di ulteriori prestazioni per i servizi erogati dalle farmacie ai sensi della legge 153/2009.

Secondo le motivazioni riportate dal Governo nella relazione illustrativa dell’emendamento, le farmacie con fatturato SSN inferiore a 150.000 euro sono quasi sempre situate in zone disagiate, pertanto esse rappresentano l’unico presidio del Servizio Sanitario Nazionale.

L’intenzione del Governo è dunque quella di sostenere l’attività di questi presidi della croce verde in modo da evitarne la chiusura a causa della diminuzione costante della spesa farmaceutica convenzionata.

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