L’aspirina compie 120 anni

In 120 anni di vita, compiuti oggi, l’aspirina è ancora il più comune farmaco antinfiammatorio in commercio.

Dopo aver rivoluzionato la terapia di febbre e dolore, dopo aver ridotto le morti per infarto, una ricerca italiana finanziata da Airc e da fondazione Cariplo, ha confermato un’ipotesi che circolava da tempo. I Fans, i farmaci antinfiammatori non steroidei di cui fa parte anche l’Aspirina, contrastano lo sviluppo di diversi tipi di neoplasie maligne, quali quelle del colon-retto, del seno e dell’ovaio.

I primi studi sull’aspirina risalgono al 1828, quando il chimico italiano, Raffaele Piria, scoprì l’acido salicilico e nel 1853 Charles Frédéric Gerhardt, un chimico francese, produsse l’acido acetilsalicilico, anche se in forma impura, con gusto sgradevole e spesso con riflessi negativi sulla mucosa gastrica.

Il merito di aver ideato un farmaco ben tollerato dai pazienti, avente gli stessi effetti, va a Felix Hoffmann che può essere definito il vero e proprio inventore dell’Aspirina.

Il 10 agosto 1897 Hoffmann descrisse nelle sue note di laboratorio l’acido acetilsalicilico (ASA), da lui sintetizzato in forma chimicamente pura e stabile. Prima della sua registrazione, l’ASA fu sottoposto a sperimentazione clinica, una prassi fino ad allora sconosciuta. I risultati furono così positivi che la direzione dell’azienda non esitò ad avviare la produzione del farmaco.

Il 1 febbraio 1899 venne depositato il marchio Aspirina che un mese dopo, il 6 marzo, fu registrato nella lista dei marchi di fabbrica dell’Ufficio Imperiale dei Brevetti di Berlino. L’Aspirina è il farmaco più venduto del 900. Si stima che ogni anno ne vengano consumate circa 40.000 tonnellate e fa parte dei farmaci considerati indispensabili dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

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