Il Gdpr è legge: in vigore dal 19 settembre
Le nuove norme sulla privacy previste dal regolamento Ue 2016/679, denominato anche Gdpr (General data protection regulation) e contenute nel decreto legislativo n.101 del 10 agosto 2018, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 4 settembre, entreranno in vigore il prossimo 19 settembre. La funzione del decreto legislativo n.101/2018 è quella di armonizzare le norme enunciate dal nostro legislatore nel Codice in materia di protezione dei dati personali (D.Lgs 196/2003) con quelle introdotte dal Regolamento Europeo 2016/679 entrato in vigore il 25 maggio 2018. La nuova norma definisce in modo chiaro cosa si intenda per comunicazione e diffusione dei dati personali e stabilisce che il consenso al trattamento dei suddetti dati potrà essere espresso solo al compimento dei 14 anni di età. Chi ha un’età inferiore necessita del consenso di chi esercita la sua responsabilità genitoriale. Il consenso poi deve essere richiesto dal titolare del trattamento in modo chiaro e semplice, facilmente comprensibile dal minore. Inoltre, si rafforza il divieto di pubblicazione dei dati dei minori, e si prevede una relativa sanzione penale a riguardo. Le misure di garanzia che riguardano i dati genetici e il trattamento dei dati relativi alla salute per finalità di prevenzione, diagnosi e cura sono adottate sentito il Ministro della salute che, a tal fine, acquisisce il parere del Consiglio superiore di sanità; è ammesso l’utilizzo dei dati biometrici con riguardo alle procedure di accesso fisico e logico ai dati da parte dei soggetti autorizzati, nel rispetto delle misure di garanzia e protezione. Al Garante viene assegnato il compito di scrivere le misure di garanzia per il trattamento di dati genetici, biometrici, sanitari. Inoltre, viene introdotto il concetto di diritto all’eredità del dato in caso di decesso, con l’introduzione di una norma che consente di disporre post mortem dei propri dati caricati nei servizi informativi delle società. Ancora, viene data la possibilità (su autorizzazione dell’interessato) di comunicare i dati personali degli studenti universitari, per favorirne l’inserimento nel mondo del lavoro, la formazione e l’orientamento professionale. Infine, come forma di tutela, viene introdotto il reclamo, alternativo al ricorso in tribunale.