HIV e IST, l’allarme delle diagnosi tardive: gonorrea raddoppiata in due anni

Diagnosi troppo tardive per HIV e Infezioni Sessualmente Trasmissibili (IST).
È l’allarme lanciato alla vigilia del XXIV Congresso della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, in programma a Riccione dal 16 al 19 dicembre, dove saranno presentati nuovi dati italiani su contagi, rischio cardiovascolare e fragilità nelle persone con HIV.

I numeri sono preoccupanti. Secondo il Centro Operativo AIDS dell’Istituto Superiore di Sanità, in Europa i casi di gonorrea nel 2023 hanno sfiorato quota 97mila, contro i 70mila dell’anno precedente.
In Italia i casi sono quasi raddoppiati in due anni, con aumenti significativi anche di sifilide e clamidia. Particolarmente allarmante la diffusione della gonorrea faringea, che rappresenta circa il 20% delle nuove diagnosi e colpisce soprattutto le ragazze tra i 15 e i 24 anni.

L’aumento delle IST è un fenomeno chiaro e in continua crescita”, spiega Barbara Suligoi, Direttrice del COA dell’ISS. “L’asintomaticità e la scarsa percezione del rischio, soprattutto tra i giovani, favoriscono la diffusione di queste infezioni.
Occorre incrementare prevenzione, informazione e diagnosi tempestiva. Preoccupa il calo dell’uso del profilattico: solo il 60% dei quindicenni e diciassettenni sessualmente attivi dichiara di utilizzarlo, contro il 70–75% registrato nel 2014″.

Sul fronte HIV, nonostante le innovazioni terapeutiche che hanno trasformato l’infezione in una condizione cronica controllabile, il 60% delle diagnosi arriva ancora in ritardo.
Il bollettino ISS registra 2.379 nuove diagnosi nel 2024, con l’83,6% dei nuovi casi di AIDS che riguarda persone che hanno scoperto di avere l’HIV solo nei sei mesi precedenti.
“La quota di diagnosi tardive resta troppo alta”, sottolinea la professoressa Cristina Mussini, vicepresidente SIMIT. “Offrire il test HIV dovrebbe essere un gesto semplice, come proporre qualsiasi altro esame: il consenso va chiesto, ma con la consapevolezza che una diagnosi precoce può salvare la vita. Serve il superamento dello stigma e della rigidità, anche attraverso un adeguamento normativo“.

L’aumento della sopravvivenza delle persone con HIV pone inoltre nuove sfide legate all’invecchiamento. Al congresso saranno presentati studi italiani che mostrano un’incidenza aumentata di alcuni tumori non AIDS-correlati e sottolineano la necessità di una gestione più aggressiva del rischio cardiovascolare.

“La gestione dell’infezione da HIV è cambiata radicalmente negli ultimi anni”, osserva Andrea Giacomelli, Consigliere SIMIT.
“Grazie alle terapie, le persone vivono più a lungo e meglio, ma questo significa che diventano centrali nuove sfide come il rischio cardiovascolare, alcuni tumori e la fragilità.
È un passaggio importante: non ci occupiamo più solo di sopravvivenza, ma di invecchiamento in salute”.
Al Palariccione sono attesi oltre 1.200 infettivologi da tutta Italia per quattro giorni di corsi, simposi e presentazione di dati originali.

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