Federalismo in sanità. Cittadinanzattiva: disuguaglianze nell’accesso ai farmaci equivalenti

Su tempi di attesa, gestione delle cronicità, accesso ai farmaci innovativi, coperture vaccinali e screening oncologici si registrano disuguaglianze sempre più nette fra le varie aree del Paese. E non sempre al Nord va meglio che al Sud. Ad esempio, se le regioni meridionali arrancano sull’adesione agli screening oncologici, sulle coperture vaccinali sono soprattutto quelle del Centro-Sud ad aver raggiunto la soglia del 95%. Se al Nord si investe di più e meglio per l’ammodernamento delle strutture e dei macchinari, sulle liste di attesa si registrano picchi negativi anche nelle aree settentrionali. Questo il quadro che emerge dal VI Rapporto dell’Osservatorio civico sul federalismo in sanità, presentato da Cittadinanzattiva.

“Si stanno liquidando di fatto i principi di solidarietà, equità e unitarietà del nostro Servizio Sanitario Nazionale. Le proposte di autonomia differenziata, attualmente in discussione, finiranno per differenziare ancora di più l’esigibilità dei diritti dei pazienti. Ad essere fortemente compresse saranno le funzioni del livello centrale, di indirizzo, coordinamento e controllo delle politiche sanitarie e dell’erogazione dei servizi. L’unica vera forma di controllo che continuerà ad essere nelle mani del livello centrale sarà quella sui conti delle Regioni”, ha dichiarato Tonino Aceti, Coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva.

Per quanto riguarda l’accesso ai farmaci, il Report evidenzia che si consumano più farmaci equivalenti nella provincia Autonoma di Trento, in Lombardia e nella provincia Autonoma di Bolzano (la spesa sul totale di quella farmaceutica è rispettivamente pari al 39,7%, 37,2% e 32,9%); al contrario la Calabria (15,8%), la Basilicata (16,6%) e la Campania (17%) hanno mostrato le percentuali di spesa più basse nel 2017. La maggior spesa e consumo per i farmaci innovativi nell’anno 2017 si registra in Lombardia (285,8 milioni di euro), Campania (201,8 milioni di euro) e Lazio (141,3 milioni di euro). Spendono meno Molise con 6,8 milioni di euro, Basilicata con 15 milioni di euro e Umbria con 23,4 milioni di euro. Aggregando i dati, il Nord d’Italia risulta l’area che spende di più (937 milioni di euro), Centro (448 milioni di euro), Sud (841 milioni di euro).

Dai dati del Monitoraggio Aifa sulla spesa farmaceutica nazionale e regionale relativo al periodo gennaio-dicembre 2017, i Fondi per l’acquisto dei farmaci innovativi (oncologici e non oncologici) non sono stati interamente utilizzati. In particolare per i medicinali innovativi non oncologici non sono stati spesi nel 2017 circa 357 milioni, più della metà del Fondo stanziato di 500 milioni; per i farmaci innovativi oncologici, non sono stati spesi circa 91 milioni dei 500 stanziati. Nel periodo gennaio-aprile 2018, la spesa per i farmaci innovativi non oncologici risulta in lieve diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2017, passando da 302 milioni a 283 milioni di euro. In particolare, scende in Lombardia, Campania, Puglia e Piemonte. Cresce invece in Veneto e Emilia Romagna. Cresce invece la spesa per i farmaci innovativi oncologici che passa da 110 milioni di euro a 177 milioni. In particolare, in Lombardia, Campania, Lazio, Emilia Romagna e Piemonte.

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