Emicrania: Malattia di “genere” che in Italia colpisce 11 milioni di donne

L’emicrania è la terza patologia più frequente del genere umano e la più disabilitante in assoluto se si considerano le donne di età fino ai 50 anni. In Italia sono quindici milioni le persone che hanno manifestato almeno un episodio di emicrania nella loro vita, di questi undici sono donne che presentano i quadri clinici più gravi in termini di complessità, disabilità e comorbilità rispetto agli uomini. Questa malattia cronica ha altissimi costi umani, sociali ed anche economici.
Si stima, infatti, che in Italia il costo annuale per paziente con emicrania sia pari a 4.352 euro.
Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere hanno presentato il Manifesto in dieci punti “Uniti contro l’emicrania” per promuovere una maggior consapevolezza sulla malattia, un tempestivo e più facile accesso ai percorsi specialistici di diagnosi e cura e in particolare alle strategie terapeutiche più efficaci e innovative.

“Sebbene sia una delle patologie neurologiche di cui si possiedono maggiori conoscenze scientifiche e per le quali sono disponibili farmaci innovativi e specifici”, commenta Francesca Merzagora, Presidente di Fondazione Onda, “l’emicrania rimane ancora misconosciuta, sotto-diagnosticata e non adeguatamente trattata. Il Manifesto mette a sistema le dieci azioni necessarie per promuovere una maggior consapevolezza sulla malattia, un tempestivo e più facile accesso a percorsi specialistici personalizzati di diagnosi e cura e, in particolare, alle strategie terapeutiche più efficaci e innovative: una call to action per raccogliere un impegno concreto, collettivo e coordinato, per offrire una migliore qualità della vita a tutte le persone che soffrono di emicrania. Il Manifesto mira, dunque, ad essere un appello concreto per richiamare l’attenzione su questo tema e sollecitare ad unire le forze in un impegno collettivo ‘multistakeholder’,  volto a migliorare la qualità della vita di tutte le persone che ogni giorno combattono contro il dolore, la sofferenza e lo stigma legati a questa malattia. L’approvazione dal Senato, nel luglio 2020, del testo unificato del disegno di legge per il riconoscimento della cefalea cronica come malattia “sociale” è stato un primo, importante passo in questa direzione, ma c’è ancora molto da fare”.

Tra i punti principali del Manifesto: la necessità di promuovere campagne di sensibilizzazione, potenziare i collegamenti e le sinergie tra i professionisti del territorio e i centri cefalee, garantire un accesso tempestivo ai percorsi diagnostico-terapeutici riducendo i tempi della diagnosi, potenziare la formazione dei medici della medicina generale e specialistica, promuovere l’innovazione terapeutica e facilitarne l’accesso, ridurre l’impatto economico della malattia attraverso la presa in carico precoce del paziente.

 

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