CONASFA: “I farmacisti collaboratori non diventino pedine”


L’associazione nazionale dei farmacisti non titolari (CONASFA), chiede alle organizzazioni datoriali, maggiore attennzione nei confronti dei farmacisti collaboratori, soprattutto in considerazione del periodo difficile che stanno vivendo in prima linea, spesso privi delle opportune protezioni.

La speranza di Tutti è di uscire dall’emergenza sanitaria. Tra i primi, noi Farmacisti impegnati quotidianamente ad espletare il ruolo di “braccio lungo” del Servizio Sanitario Nazionale, siamo tutti coscienti che il passaggio alla “Fase 2”
per le aziende e soprattutto per i dipendenti sarà lungo, difficile e tortuoso.

Già dopo pochi giorni dal picco epidemico, purtroppo stiamo riscontrando qualche “scricchiolio”.
Alla necessità di adeguarsi alle restrizioni impartite dal Governo Nazionale e spesso da quelle Regionali, riscontriamo alcune situazioni/decisioni “discutibili nelle tempistiche”.

Ricorrere all’utilizzo delle ferie/permessi dei Farmacisti collaboratori può essere una delle leve, ma riteniamo debba essere concordato tra i “protagonisti interni” in modo equo. Ci viene segnalato che ciò non sempre avviene, suscitando dispiacere e disappunto, soprattutto considerando che nelle passate settimane, quelle più critiche, sembrava che anche una sola ora di assenza fosse apocalittica per l’azienda. Settimane passate al banco spesso senza alcun dispositivo di protezione individuale. Qualcuno, in modo irriverente, si è sentito come quei soldati inviati in Russia con le scarpe di cartone. Ora la richiesta di stringere i denti appare unilaterale e molto
precoce nelle tempistiche.

Invitiamo le “organizzazioni datoriali” a sensibilizzare/invitare i propri associati a valutare attentamente queste dinamiche per il bene di tutti, i collaboratori non sono delle semplici pedine da spostare sulla scacchiera.
Forse ora come non mai l’hashtag #lontanimauniti fa al caso nostro.

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