Antibiotici: moderare le prescrizioni e migliorare la prevenzione

I batteri resistenti agli antibiotici rappresentano un pericolo per tutti perché causano infezioni che sono difficili da curare.

Se assumiamo antibiotici con troppa frequenza, e in maniera impropria, contribuiamo ad aumentare la resistenza dei batteri agli antibiotici, che rappresenta uno dei problemi di salute più pressanti a livello mondiale.

Ogni anno 33 000 persone muoiono per infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici. L’incidenza di queste infezioni è comparabile a quella dell’influenza, della tubercolosi e dell’HIV/AIDS messi insieme.

Secondo i dati della sorveglianza nazionale dell’antibiotico-resistenza AR-ISS coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità, nel 2018 in Italia le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici per gli 8 patogeni sotto sorveglianza si mantengono più alte rispetto alla media europea.

In Europa, la resistenza agli antibiotici mostra grandi differenze in base alla specie batterica, alla classe di antibiotici e alla regione geografica.

In generale nei Paesi del Nord Europa sono riportate percentuali di resistenza più basse mentre nei Paesi del Sud ed Est Europa si registrano percentuali più alte.

In occasione della Giornata europea degli antibiotici, il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie ha diffuso i risultati di un sondaggio condotto tra il personale sanitario.

Secondo l’indagine, la maggior parte degli intervistati è consapevole che gli antibiotici non hanno effetti sulle forme virali di influenza (97%) ma, al contrario, non è preparata sui rischi legati alle infezioni antibiotico-resistenti (75%) e sulla possibilità che persone sane possano essere portatori di specie batteriche resistenti agli antibiotici (88%).

CORRELATI