Gravidanza: l’acido folico si assume ancora troppo tardi
Mamme più consapevoli ma restano ancora da promuovere l’allattamento e la prevenzione delle malformazioni congenite.
Sono questi alcuni tra i primi risultati del Sistema di Sorveglianza sui determinanti di salute nella prima infanzia, coordinato dall’ISS, a cui partecipano 11 Regioni, promosso e finanziato dal Ministero della Salute, e illustrato ieri nel corso del convegno dedicato a questa Sorveglianza.
Lo studio ha coinvolto circa 30.000 mamme intercettate nei centri vaccinali tra dicembre 2018 ed aprile 2019.
In base ai dati dello studio, la quasi totalità (93,8%) delle mamme riferisce di non aver fumato in gravidanza, la maggioranza (64%) mette a dormire il proprio bambino a pancia in su nel rispetto di quanto raccomandato per prevenire la morte improvvisa in culla e l’80,5% intende vaccinare i propri figli ricorrendo sia alle vaccinazioni obbligatorie che a quelle raccomandate.
Risulta invece alta la percentuale di bambini potenzialmente esposti a fumo passivo a causa della convivenza con almeno un genitore e/o un’altra persona fumatrice (41,9%).
Quasi tutte le mamme (97,3%) hanno assunto acido folico in occasione della gravidanza, ma poche (21,7%) lo hanno fatto in maniera appropriata iniziandolo almeno un mese prima del concepimento.
L’assunzione quotidiana di 0,4 mg di acido folico (vitamina B9) da quando la coppia comincia a pensare a una gravidanza fino alla fine del terzo mese di gestazione, protegge il bambino da alcune gravi malformazioni congenite.
Oltre il 97% delle mamme nelle Regioni partecipanti alla Sorveglianza ha assunto acido folico in occasione della gravidanza, ma poco più di un quinto di loro (21,7%) lo ha fatto in maniera appropriata per la prevenzione delle malformazioni congenite, con una variabilità per Regione compresa tra il 16,7% e il 35,7 %.
Una carenza di acido folico può determinare forme di anemia e aumentare il rischio di gravi malformazioni fetali, come i difetti del tubo neurale (tra cui spina bifida, anencefalia e encefalocele) ed altre malformazioni, in particolare alcune difetti congeniti cardiovascolari, malformazioni delle labbra e del palato (labiopalatoschisi), difetti del tratto urinario e di riduzione degli arti.
Secondo il sistema di sorveglianza europeo delle anomalie congenite Eurocat ci sono, in media, 20 casi di malformazioni congenite ogni 1.000 nati.